mercoledì 15 dicembre 2010

Giocando con le foto

Io e Judi star del Web...

Mia figlia Ele (!) mi ha suggerito un simpatico sito che permette di fare bellissimi fotomontaggi in un solo clic. Ecco il link:
http://it.picjoke.net/
Ho provato a giocare un po' con le foto di Judi, e mi son perso via per parecchi minuti. Davvero divertente. Si possono fare anche simpatiche foto per natale...
Divertitevi!

Io e Judi star del Web anche fra i cani...


Ah, l'Amore....


Anche io sono nel cuore di una bionda...

Judi and Hugo, for President!


lunedì 6 dicembre 2010

Finalmente l'Inverno



Lo so che può apparire strano, ma io e Judi non vedavamo l'ora che arrivasse l'inverno. Quelle belle giornate fredde, la neve, il camino che va in continuazione, mi danno un senso di pace che non provo in nessun'altra stagione. E adesso finalmente ci siamo. Le uscite nei campi sono proprio momenti di gioia, sia per me che per Judi, che corre come una matta mangiando tonnellate di neve. C'è poca gente in giro, se escludiamo i cacciatori che quest'anno non hanno ancora abbandonato i terreni e continuano imperterriti a sparare al nulla, e quindi si sta bene nei campi. L'erba ha smesso di crescere, i prati sono liberi e tutti i sentieri sono praticabili, a differenza dell'estate dove gran parte di essi erano invasi da ortiche alte come me, e andare in giro adesso è un vero piacere da intenditori. Anche perchè la natura ti regala immagini veramente poetiche...

Un'alba nella nebbia...

...e un tramonto brianzolo DOC...

Giuditta si sta lentamente, molto lentamente, riappropriando del suo carattere. Prima, pur giocando con tutti i cani, aveva perlopiù un atteggiamento remissivo, soprattutto se trovava qualche cane un po' aggressivo. Dopo una lunga terapia a base di gioco col sottoscritto, durata tutta estate, ho notato che Judi diventava sempre più sicura di sè. Nel gioco mi saltava addosso felice e sicura per cercare di prendermi gli oggetti con i quali la facevo giocare: legni, stracci, pannocchie, e anche le mie magliette che tenevo in mano! Chi mi avesse visto in quei momenti avrebbe potuto pensare che un lupo bianco stesse assalendo un uomo: mi abbaiava, saltava di quà e di là, correva come un'indemoniata in un gioco sempre più coinvolgente e "fisico". Quasi come se "facessimo la lotta"...
Verso la fine dell'estate, durante una passeggiata, sbucando da un boschetto si imbatte improvvisamente in Asia, un incrocio di pastore tedesco molto aggressiva, che le si lancia contro subito senza darle il tempo di scappare. Ebbene Judi ha tirato fuori i denti e si è lanciata in una bella rissa coi fiocchi e controfiocchi. Non si è affatto sottomessa, e per la prima volta da quando ce l'ho, ha tenuto testa perfettamente a quell'antipatica. L'ho vista proprio combattere per difendersi, è durato una manciata di secondi, poi è corsa subito da me, un po' orgogliosa e un po' spaventata. Io l'ho tranquillizzata e le ho fatto i complimenti, perchè ritengo che per lei sia stato molto importante riuscire a tener testa a quel cane, la sua autostima ne aveva proprio un gran bisogno. Mi sentivo proprio orgoglioso di lei! Il padrone di Asia invece, appena preso la sua bestiola, ha iniziato a picchiarla, chiedendomi scusa per quello che aveva fatto. Judi non aveva riportato neppure un minimo graffio, anzi ne era uscita molto fortificata, quindi le ho detto di non preoccuparsi, ma di non picchiare il cane, non ne aveva colpa. Poi ci siamo allontanati, e Judi trotterellava vicino a me orgogliosa e un po' frastornata, issando la sua coda come una bandiera dei pirati, la bocca semi aperta, le orecchie belle dritte e uno sguardo da furba stampato sul muso.
Se solo prendesse realmente coscienza di che cane è, diventerebbe un vero splendore, esattamente come quando la vediamo noi nelle nostre passeggiate, quando è completamente libera e sicura.

Questo bel primo piano di Judi nella neve meriterebbe un racconto di quello che combina quando nevica, ma lo rimando ad un apposito post.

martedì 28 settembre 2010

Test d'estate

Masanti di sopra (PR). Eleonora riesce, con una sola foto al volo, a cogliere un'espressione di Judi che io in 8 mesi non sono ancora riuscito a beccare. Accidenti...! (il cane è quello a sinistra...)



Era quasi un test. Volevo portare Judi nei "miei" boschi e vedere come si comportava durante un'uscita in luoghi per lei sconosciuti e pieni di mistero. Volevo verificare in particolare il suo comportamento verso di me: mi sarebbe stata vicina? Sarei riuscito a riprenderla? Programmo tutto con mia figlia, le cose da portare, il tempo in cui staremo via, la spesa da fare. Contatto mia madre e le chiedo se vuole essere dei nostri. Anche per lei, tornare dopo più di 20 anni in quei boschi dev'essere un'emozione notevole, e accetta quindi di buon grado. La partenza è prevista per i primi di agosto.
Il viaggio scorre via liscio liscio, con una breve pausa per farla sporcare. Judi in auto inizia davvero ad essere brava. La nostra meta è Masanti di Sopra, un paesino sperduto nell'appennino parmense, dove ho passato tutte le estati della mia giovinezza e dove ho lasciato il ragazzino che si arrampicava sugli alberi e pescava le trote nel torrente.
Forse sono qui proprio perchè ho intenzione di ritrovare quel ragazzino.... chissà....
Le giornate sono splendide, e Judi nei boschi è bravissima. Quando poi riesco ad uscire solo con lei le emozioni aumentano in modo esponenziale. Spesso mi fermo nel bosco, nel più totale silenzio. Non si sente nessun rumore di civiltà, solo alberi che si muovono, acque che scorrono e folletti e ninfe dei boschi che appaiono ovunque. Mi siedo su una roccia, guardo Judi che annusa intorno, l'accarezzo piano e penso che questa, esattamente questa, è pura felicità.

La settimana programmata scorre ad una velocità stratosferica, vediamo stellate inimmaginabili, contiamo a decine le stelle cadenti e ripartiamo con la voglia di tornare il più presto possibile. Detto fatto.
Dopo una settimana, poco dopo ferragosto, sono di nuovo a Masanti, i funghi hanno iniziato a spuntare e io voglio cogliere al volo l'occasione di uscire ancora con Judi sulle "mie" montagne. E ancora sono emozioni intensissime....


La partenza al buio, i funghi, i profumi della montagna, Judi che mi segue ovunque.... un ricordo meraviglioso. Al rientro ho deciso: per l'anno prossimo cercherò qui una casa in affitto, voglio tornare a vivere queste emozioni.
Ho finalmente ritrovato il ragazzino...


lunedì 7 giugno 2010

Antonello e Giusi

Antonello e Giusi il 29 luglio prossimo fanno il Grande Balzo in Avanti, come diceva il grande Mao Zedong (non sveliamo come andò a finire...), e io mi sono divertito ad interrogare gli astri e ho fatto un'analisi attenta degli anagrammi delle parole "GIUSI ANTONELLO".
Ecco i risultati.

Partiamo da indicazioni prettamente culinarie: "galline ustiono" e "agnelli ustiono" che forse fanno riferimento alla Giusi, poi troviamo quella che potrebbe essere una sua dichiarazione riguardo a come ha fatto a convincere Antonello: "ingenua lo tolsi!", poi, minacciosa: "gliela intono sù!" Oppure, parlando con tono deciso ai fratelli di Antonello e facendo riferimento ai suoi doveri ormai imminenti: "estingua il nolo!" Diamine! Loro risposero: "il tuono segnali!" donna! E poi, più preoccupati: "non usi tagliole?".
Giusi, rispondi, come hai reagito alle loro dure parole? "Negai lo insulto!"

E pensare che Antonello, nei momenti più romantici si definiva addirittura "il segnalino tuo!" quando la guardava languidamente negli occhi. E gli amici, quando han saputo che facevano tutto da soli furono anche cinici: "no agenti? Illuso!" E altri cercarono brutalmente di convincere Antonello a non farlo, suggerendogli una scappatoia per uscirne:"Illuso! Nègati, no?!" Ma Antonello ormai era partito: "lui: noto segnali..."

Alla ricerca di nuovi anagrammi poi ho scovato anche un politico: "noi Lega? Insulto!" e un misterioso : "allego tunisino" che non si sa bene a cosa si riferisca.
Poi, alla fine, l'ho trovato.
Eccolo il vero motivo per cui si sposano.
Chiaro e sintetico come gli anagrammi sanno essere.
Ecco perchè si sposano, ecco perchè si consacrano...
ecco perchè hanno deciso finalmente di andare un chiesa a farsi consacrare
perchè...
"UNTI SONO LEGALI".

mercoledì 26 maggio 2010

La prima volta non si scorda mai...

nella foto: Judi gioca a nascondino nel grano ormai alto


Siamo in pieno periodo di "prime volte"!!

L'altro giorno, per la prima volta, Judi ha abbaiato quando mia figlia ha tentato di entrare in casa ma ha trovato la porta chiusa. Eravamo tutti sul divano, con lei spalmata sul tappeto, Ele era giù dal vicino a giocare con il piccolo Matteo. Quando è salita ha trovato la porta chiusa, e il rumore della maniglia che girava ha scatenato il deciso abbaio (si dice così?) di Judi, che poi si è tranquillizzata quando ha capito che era la Ele.

Ieri sera, per la prima volta, l'abbiamo liberata anche nella passeggiata serale.
Eravamo io, Anna e Ele, la serata era fresca e piacevole, la luna faceva una discreta luce quindi abbiamo deciso di fare una passeggiatina nei campi, senza allontanarci troppo. E l'abbiamo liberata.
Giuditta ci stava vicino ma era raggiante e lo si capiva: scodinzolava felice, correva e poi tornava da noi a farsi coccolare.

Giunti al limitare del boschetto che porta dall'apicultore abbiamo visto alcune lucine nel buio: LUCCIOLE!!! Per la prima volta in quest'anno ieri sera abbiamo anche incontrato questa meraviglia della natura. Allora ci siamo addentrati di più nel boschetto, giusto pochi metri e abbiamo visto decine di lucciole che uscivano lentamente dal bosco. Uno spettacolo magico. Per alcuni minuti siamo rimasti incantati, in silenzio, al buio, a gustarci questa magia!

Sulla strada di ritorno Anna ha proposto di tentare di rientrare a casa senza mettere il guinzaglio a Judi. Era veramente felice ieri sera e quindi poteva essere una buona occasione per fare un tentativo, tanto più che non c'era anima viva in giro (peggio per loro, non sanno quel che si perdono...). Judi è stata fantastica. E' venuta con noi e per la prima volta è rientrata a casa senza uso del guinzaglio. Immaginatevi le feste che le abbiamo fatto quando ha varcato la porta di casa!

mercoledì 19 maggio 2010

Giuditta cane da guardia

Lo aspettavo da tempo.
Aspettavo il momento in cui Judi avesse dato segni di territorialità e di protezione nei confronti del "branco" in cui vive, e ieri sera è accaduto. Vale la pena di raccontare quello che, agli occhi di un neofita, passerebbe come un banale episodio ma che, conoscendo la storia di Judi, assume invece un altro significato.
Di solito Judi passa le sue serate, mentre noi ceniamo, tranquillamente spaparanzata sul tappeto davanti al divano. Lì si stiracchia e se la dorme beatamente. Quando invece viene Alessandro a cena da noi (il ragazzo di mia figlia), Judi è sempre molto spaventata e chiede di andar fuori sul balcone, nella sua cuccia, dove finalmente si tranquillizza. Ieri sera invece, mentre i due ragazzi stavano al piano di sopra, lei gironzolava inquieta in cucina, dove invece non viene quasi mai, e mi stava particolarmente attaccata. Se mi spostavo dal lavello al frigor lei mi seguiva, se uscivo sul balcone a buttare la plastica mi veniva dietro, e così via. Egle impazziva e le soffiava come un cobra, anche perchè ha sempre considerato la cucina come un "suo" esclusivo territorio, ma io non ci badavo, anche perchè la cucina era un po' affollata, con Anna e Ele che si davano da fare.
Quando Ale è comparso alla fine della scala per venire a tavola io stavo sistemando qualcosa nel frigor e davo le spalle a Judi che, dietro di me, distava più di 5 o 6 mt da Ale, in quell'istante proprio al primo gradino della scala che porta al piano di sopra.
Ebbene Judi ha brevemente ringhiato verso di lui!
Era lontana da lui, e tra loro c'era anche il tavolone da pranzo, avrebbe potuto scappare via e invece se ne stava in mezzo a noi quattro ed ha ringhiato, ha mostrato di voler proteggere il branco!
All'inizio non ci ho fatto caso, ero girato, poi ho guardato Ale e gli ho chiesto se avevo sentito bene, se era vero che gli aveva ringhiato. Ebbene sì, l'abbiamo sentito solo io e lui da tanto era debole il ringhio ma era vero!
Io l'ho accarezzata e tranquillizzata e ho detto ad Ale di far finta di niente, non guardarla assolutamente e ignorarla nel modo più assoluto, come se non esistesse, e di mettersi a tavola vicino a me. Se avesse dato ancora altri segni di aggressività sarei intervenuto io.
Judi invece si è tranquillizzata subito, e non si è più allontanata. E' rimasta per tutta la cena sotto il tavolo, tra le nostre gambe, compreso quelle di Ale, al quale non ha più rivolto nessun cenno. E' rimasta tranquilla tutta sera sotto il tavolo a dormicchiare, con le gambe di Ale a pochi centimetri da lei!!! Tranquilla e senza il minimo segno di aggressività, ma neppure di paura.
Come se quel piccolo segno di orgoglio o coraggio o autostima che ha fatto, l'avesse resa più sicura e meno paurosa.
E' sicuramente positivo tutto ciò che è successo, anche se ora occorrerà stare attenti al fatto che Judi non si lasci "troppo" prendere dal senso di protezione nei nostri confronti e di territorialità.
Mentre cresce sempre di più la sua autostima dovrà anche crescere la fiducia nei confronti degli altri, oppure, ed è quello che cerchiamo con l'addestramento di farle capire, quando è con il suo "capo-branco" non deve aver nulla da temere.
Per questo quando ha ringhiato io l'ho tranquillizzata e poi ho parlato con Ale e gli ho imposto di mettersi vicino a me. Tutta la scena, tradotta in linguaggio canino, significava:
Judi che ringhia e guarda Ale negli occhi "Hei, Ugo! C'è un estraneo pericoloso qui!"
Ugo che parla con Judi e la tranquillizza: "Brava Judi, adesso ci penso io! Ho visto! Non è pericoloso, ma lo controllo io stesso da vicino!"
Ale che non guarda mai Judi negli occhi: "tranquilla Judi, non ti affronto, non voglio essere pericoloso, me ne sto qui buono buono"
Risultato: Judi orgogliosa e tranquilla che dorme sotto il tavolo.
Non c'è male.

martedì 11 maggio 2010

Mostra di Indio


Indio, che poi sarebbe mio fratello, fa una mostra a Como, presso l'Art Cafè "I 5 sensi" in via Diaz al 56. E' una buona occasione per vedere da vicino i suoi quadri ed eventualmente acquistarli.
Oppure per conoscerlo di persona e scambiare quattro chiacchiere.
E non dimenticate che Como è una città molto bella...

P.S. questo post ha come etichetta Good News, una nuova sezione... non perdiamo di vista anche le buone notizie...

mercoledì 5 maggio 2010

Pedemontana

E via!
Visto che siamo in vena di depressione guardate il tracciato della Pedemontana:
http://www.pedemontana.com/googlemap.php?search=bernareggio
Studiatevelo bene.
Osservate con cura i campi e i boschi che spariranno e immaginatevi i TIR da e per Malpensa che passeranno di qui e tutti quelli che vorranno tagliar fuori milano.
Provate ad immaginare il rumore, visto che già adesso uscendo nei campi la sera (ma anche di giorno) si sente chiaramente il rumore della tangenziale, figuratevi un po' un'autostrada a 6 corsie, 3 per ogni senso di marcia.
E tutto quel bel macello di strade in basso, vicino a Bellusco, è un'area di servizio!
Perchè ne avevamo bisogno, cavolo, di una bella area di servizio, che se va bene chiameranno "Area di servizio Villanova"! C'é da esserne orgogliosi!
Ma siamo sicuri che questo si chiami "progresso"?
Siamo davvero convinti che migliorerà la nostra vita?
Non è che, per caso, ci stanno togliendo quel poco di bello e pulito che abbiamo (passeggiate gratis) e in cambio ci stanno dando nuove automobiline (da comprare...) e nuove strade da percorrere (a pagamento...)?
Il "progresso" vuole che si spenda, si consumi. Che si usi sempe di più l'auto, forza! Consumare! Consumare! Acquistare auto nuove, magari ecologiche (ma dove erano queste auto ecologiche che adesso spuntano come funghi? Dove erano qualche anno fa? Perchè ci dicono che l'auto a idrogeno sarà utilizzabile solo nel 2040 e non da subito? E, guarda caso, proprio nel 2040, quando è previsto un esaurimento delle risorse petrolifere? E' una coincidenza?) e con le nostre nuove automobiline ecologicissime sfrecciare su autostrade nuove fiammanti.
Così almeno tra un paio d'anni, con la nostra bella automobilina ecologica, staremo in coda in pedemontana invece che in tangenziale, vuoi mettere?
Non riesco a capire perchè, ditemelo voi, non si trovano mai i soldi per potenziare i mezzi pubblici, le metropolitane leggere, i treni pendolari, le piste ciclabili, ma quando si tratta di costruire una nuova autostrada, un ponte o quant'altro abbia a che fare con le auto i soldi si trovano sempre e subito. Perché?

I nativi d'America erano chiamati selvaggi...
Fatemi diventare selvaggio, vi prego. Salvatemi da questo progresso.

venerdì 30 aprile 2010

Questione di priorità

Mi sono capitati due episodi, a pochi giorni uno dall'altro, apparentemente privi di legame fra loro ma che, ad una analisi più approfondita, mostrano di avere entrambi una particolare visione sulle priorità della vita. Entrambi gli episodi riguardano discussioni che ho avuto con persone anziane.
Il primo episodio vede come protagonista mio suocero, il quale ha cacciato a malo modo la Ele dal giardino (giardino non suo, per la precisione, ma di mio cognato) perchè stava giocando con la palla, e questo poteva danneggiare le piantine del vicino orto. Il tutto, è bene dirlo, urlando e agitandosi come un ossesso, col risultato di far arrivare da me la Ele piangente e incapace di spiegarsi perchè lei non potesse giocare nel giardino. Domenica a pranzo ho sollevato la questione con lui, cercando con ironia di fargli capire che forse ha esagerato, e sono stato attaccato violentemente.
La questione era che io non capivo che le piante si rovinano.
Ma lo so benissimo che le piante si possono rovinare (anche se occorre precisare che si trattava di un leggero pallone di gomma, non un pallone da calcio in cuoio), fin lì ci arrivo anch'io. Quello che mi son permesso di dire è stato: "e allora? e anche se si rovina una piantina di aglio? cos'è più importante? Se un giorno avrò la fortuna di avere dei nipotini che giocano in giardino penso sarò felice di vederli, anche se dovrò sacrificare il decoro e le piantine del mio bel giardinetto, cavolo." Se poi aggiungiamo tutto quello che Ele ha passato questo autunno il solo vederla giocare mi riempiva il cuore di gioia, e delle piantine di pomodoro, perdonate, ma me ne importava di meno.
Apriti cielo.
Non l'avessi mai detto.
Si è riversato su di me con una violenza improvvisa che ha molte spiegazioni, e sulle quali è meglio sorvolare in questa sede, ma alla quale ho dovuto reagire. Il lupo che è in me, davanti a uno che ringhia in quel modo, ha mostrato i denti e ha aggredito. Anche perchè la tensione si stava orientando sulla Ele e io non volevo permetterlo.

Secondo episodio.
Ho l'abitudine di salutare cordialmente chiunque incontri nei campi, e questo certamente non è un uso al quale sono avvezzi i bravi brianzoli, così chiusi nel loro guscio da riuscire raramente ad aprire la gabbia dei denti in modo da mutare in un sorriso spontaneo il ringhio che li accompagna sempre . Proprio non ce la fanno, al massimo reagiscono con un mugugno indecifrabile, spesso ritardato di parecchi secondi.
Così quando ho incontrato nei boschi il "perfetto-brianzolo-vado-in-chiesa-tutte-le-domeniche-voto-leghista-roma-ladrona-immigrati-di-merda" che, pur abitando in paese da 20 anni non mi ha mai rivolto il benchè minimo sguardo, ho salutato con un sorriso e con un sonoro "buongiorno" anche se gli arrivavo di spalle e Judi tirava come una matta (forse non gli piaceva il suo odore...).
Questo bofonchia qualcosa che sembra un rantolo di un tisico e poi mi chiama indietro: "ah, senta! (come se si ricordasse solo ora) Io le devo dire una cosa: lo sa che lei non può lasciare libero il cane?". Con tono arrogante e aggressivo.
Si, lo so che fino al 15 agosto non potrei lasciare libero il cane, lo so che le piantine di aglio si rovinano se ci va sopra la palla, ma mi avete preso tutti per deficiente, per caso? Lo so, lo so perdio! Lo capisco anch'io. Anche una mente poco brianzola come la mia lo capisce, diamine!
E capisco anche la differenza che c'è quando incontro altri cacciatori del mio paese, gentilissimi e sorridenti, che mi chiedono sempre di Giuditta e vogliono sapere dei miglioramenti, e mi raccontano le esperienze con i loro cani. Gentili e mai arroganti hanno in cambio tutta la mia stima e il mio affetto
Qui invece ancora una volta mi ringhiano contro, e ancora una volta il lupo reagisce.
E ancora una volta capisco benissimo che anche qui è questione di priorità.

Cos'è più importante per te, caro suocero? Avere in perfetto e simmetrico ordine tutte le pianticelle dell'orto? Mi dispiace per te, caro suocero. Avrai un orto perfetto, con tutte le belle piantine allineate e rigogliose, ma ti perderai completamente l'impagabile bellezza del veder giocare tua nipote nel giardino.
Cos'è più importante per te, caro brianzolo doc? Che nessuno straniero (anche se abita a 100 mt da te) venga nel tuo feudo a toccare i tuoi assurdi privilegi di cacciatore? Mi spiace per te caro brianzolo d.o.c.g., avrai pure i tuoi privilegi che la legge ti concede (e spesso ormai le leggi tutelano solo i privilegi di pochi...), ma ti perderai l'occasione di costruire rapporti sereni e magari più gioiosi con chi ti abita vicino.
E forse con questo eviteresti anche di trasformarti un giorno nell'Olindo di turno.
Gran lavoratore, molto riservato, devoto alla moglie e massacratore di vicini di casa.

venerdì 9 aprile 2010

Il punto della situazione

Sono passati più di quattro mesi da quando Giuditta è comparsa nella nostra vita, e sento il bisogno di fare un po' il punto.
In casa Judi è veramente bravissima. E' un cane meraviglioso. Controlla molto bene i suoi bisogni e arriva anche ad attendere quasi 12 ore, talvolta, prima di liberarsi. Ha imparato anche a vincere la sua timidezza e comunicare quando ha assoluto bisogno di uscire: si piazza davanti alla porta d'ingresso e ti guarda con occhi languidi. Più si agita e più capiamo che il bisogno è forte, e noi abbiamo velocemente appreso a leggere queste e altre comunicazioni rendendo il nostro rapporto sempre più sereno. Se si riesce a comprendere cosa vuole il cane penso che le problematiche si riducano in modo significativo.
In genere le sue giornate sono così articolate: un'uscita lunga, di 1 ora o anche più, nei campi alla mattina, dove viene lasciata libera di correre felice, poi pappa, riposo in casa o sul balcone o in giardino del Mauro (alcune volte si spalma sul tappeto e non si muove, altre vuole uscire sul balcone, altre ancora mostra piacere nello stare giù in giardino. Noi cerchiamo di osservarla e di capire cosa vuole fare, compatibilmente con le nostre esigenze). Dopo pranzo, tra le 14.00 e le 16.00 circa, a seconda di quando posso, altro giro lungo, 1 ora o anche più, nei campi. Anche qui viene lasciata libera, senza guinzaglio. Poi si rientra, e mentre si prepara la cena lei dormicchia o dorme proprio, sul tappeto. La Egle invece rompe per avere la sua dadolata, e ti stressa l'anima finchè non ottiene quel che vuole, al contrario della buddista Judi che attende pazientemente la sua cena senza lamentarsi. Pare incredibile ma quando sono pronto e inizio a tirare fuori le sue cose dal frigo lei alza il suo testone e mi guarda: ha capito, non so come, che ora tocca a lei. Quando le porto la ciotola sul balcone lei mi segue scodinzolando e, contrariamente a prima, si avvicina alla ciotola mentre sono ancora a tiro. Se la cosa vi pare strana sappiate che Judi, i primi tempi, non si avvicinava al cibo finchè c'era qualcuno nei paraggi, e anche dopo lo faceva in modo assai guardingo, spesso prendendo un boccone e allontanandosi dalla ciotola, per poi tornarvi dopo. Noi abbiamo sempre cercato di lasciarle la massima tranquillità quando mangia e ancora adesso non voglio che nessuno la disturbi mentre ha il cibo nella ciotola e sta mangiando. Penso sia un momento molto delicato per un animale, lo è per noi figuriamoci per loro. Judi mangia sempre con enorme piacere la sua cena (basta crocchette, ora solo cibo preparato dalle mie manine) e spesso mi accorgo che non le basta, ha ancora fame. Lo capisco perchè si aggira per la casa annusando l'aria, leccando il piattino della Egle e guardandomi spesso con occhi languidi. Non si avvicina mai al nostro tavolo ad elemosinare cibo, ho capito che Judi non elemosina mai il cibo come fanno tanti cani, ha un carattere molto autonomo e una certa sua fierezza che le impedisce di "prostituirsi" per un po' di cibo. Quindi in quelle occasioni, se posso, le allungo spesso gli avanzi della cena, però sempre mettendoglieli nella sua ciotola.
Quando poi ha finito di cenare se ha voglia di entrare si piazza davanti alla porta del balcone e ci guarda con una faccia che dice: "fatemi entrare, vi prego!". Altrimenti si spalma nella sua morbida cuccia e si addormenta come un bimbo. Quando anche noi abbiamo cenato, la pancia è piena e siamo tutti rilassati e felici passiamo sul divanone e Judi diventa la star della serata! Sta quasi diventando un'abitudine: lasciamo il tavolo apparecchiato e tutta la cucina da sistemare e ci mettiamo a giocare con lei. Eleonora e Chiara riescono ad inventare giochi sempre nuovi e lei le segue con piacere. Spesso si eccita così tanto che poi si fa fatica a calmarla. Oppure c'è un clima più da coccole ed è allora che Judi dà il meglio di sè. Ha un enorme bisogno di coccole e sembrano non bastarle mai. La serata prosegue tranquilla fino all'uscita serale, il "giro del pensionato" cioè una tranquilla passeggiata attorno all'isolato, talvolta con una capatina veloce nei campi, ma sempre al guinzaglio. Quando rientriamo sono già tutti a letto, le imposte sono tutte chiuse e lei si mette davanti alla porta del balcone perchè sa già che lì c'è la sua cuccia. La saluto, le apro la porta e le auguro la buonanotte, come si farebbe con un bimbo. Per un cane (ma anche per noi, se ci pensate bene...), la regolarità e la ritualità dei gesti hanno un'enorme importanza.
Ma la vera Judi, quella libera e felice, quella senza paure e timori, la si può vedere solo nei campi.
Oramai la libero sempre, anche senza la "piuma di dumbo", Pier mi ha detto di fidarmi, che oramai posso lasciarla tranquillamente, e ogni giorno sento aumentare la fiducia reciproca. Non ci sono più le spiacevoli situazioni dei primi tempi, anche se devo ammettere che in quel caso ero io a sbagliare e non lei. Anzi più ci rifletto più mi rendo conto che lei mi ha dato fiducia fin dall'inizio, ero io ad essere in ansia, ad aver paura di non riuscire più a riprenderla e questa paura rendeva tutto più complicato. Soprattutto, come vedremo dopo, non la comprendevo, non capivo cosa voleva dirmi.
Le uscite in genere sono così: all'arrivo nei campi la tengo ancora legata finchè non abbiamo superato il primo campo di orzo, poi la libero, lei parte subito con una sgroppata felice di qualche metro e inizia ad annusare il mondo. Mentre cammino sul sentiero vedo che comunque lei mi viene dietro, non perde mai il contatto visivo con me. Spesso in questa fase mi precede e quando non mi vede arrivare mi aspetta. Se dobbiamo prendere un'altra strada, rispetto a quella dove è andata lei, basta chiamarla una volta e lei mi segue, mi supera e riprende a guidare il cammino. Se la osservate bene potete notare che ad intervalli regolari getta un'occhiata veloce verso di me, per accertarsi della mia presenza e della direzione verso la quale cammino, e poi riprende la sua attività molto intensa: caccia a tutto quello che si muove (uccelli, lucertole, farfalle, api), estrazione di materiale vario dalle profondità della terra, analisi olfattivo-organolettica di tutto ciò che la circonda, screening a 360° per visualizzare altri cani nei paraggi.
Ecco, gli altri cani.
Judi ha un amore spassionato per tutti i cani. Appena ne avvista uno deve assolutamente raggiungerlo e invitarlo a giocare. Si avvicina inviando sempre evidenti segnali di pacificazione (avvicinarsi con un giro lungo sul fianco e mai direttamente, testa e coda bassa, movimenti lenti e sguardo mai fisso sul cane) e poi invita chiaramente al gioco, col classico inchino sulle zampe anteriori e coda che si agita. Pochissimi resistono all'invito e quindi si trova ad essere la beniamina di tutti i padroni di cani. L'ho vista giocare anche con Denzel, un terrificante rottweiler che fa paura solo a guardarlo. Solo raramente ha ricevuto qualche rifiuto, e in quel caso è abilissima a sganciarsi velocemente a coda bassa, come se niente fosse. La sua strategia di sopravvivenza, sia con i cani che con gli umani, infatti è principalmente la fuga oppure, ma solo in seconda battuta e soltanto se la fuga le è totalmente preclusa, la remissività. Che a quel punto diventa totale. Una resa senza condizioni.
Giunti però in prossimità della fine del giro, quando capisce che si deve rientrare a casa, Judi si ferma, lascia che la distanza tra me e lei aumenti anche considerevolmente e inizia una silenziosa comunicazione col sottoscritto, fatta di sguardi e di movimenti della testa che, io penso, significano questo: "ti prego, stiamo ancora un po' qui!!".
Io provo a chiamarla, ad invitarla al gioco, a nascondermi, ma raramente questi stratagemmi raggiungono lo scopo di farla avvicinare. Allora devo inscenare la solita commedia: prendo di nuovo il sentiero in direzione dei campi e la invito felice a seguirmi, come se si iniziasse tutto da capo. Allora la vedi correre felice e scodinzolante verso di me tutta contenta: "che bello! facciamo ancora un giro!!". Io allora la accarezzo, le offro un biscottino e poi, con tutta la serenità possibile le dico: "adesso il guinzaglio Judi, andiamo a casa. Guinzaglio!" Lei si siede e si lascia fare, come sempre. A me spiace fregarla così ma non ho molte alternative, quindi io ci provo sempre con le altre strade, nella speranza che capisca quando è l'ora di rientrare e lo accetti serenamente, ma non sempre funziona.
Di sicuro so che fa così non perchè vuole scappare da me, ma perchè vuole semplicemente prolungare il più possibile il tempo che passiamo nei campi. Infatti, alcune volte, mentre si sta rientrando, si sdraia improvvisamente sull'erba socchiudendo gli occhi, come se dicesse: "ma lo vedi quanto è bello stare qui?" Allora io lo faccio davvero: mi siedo vicino a lei, qualche volta addirittura mi sdraio anch'io, le racconto sottovoce di quanto è davvero bello il paesaggio, di quanto ha ragione ad amare tutto ciò, anche se si tratta della semplice campagna brianzola, e le accarezzo il pelo morbido e lucido.
Lei chiude gli occhi e io mi sento un po' scemo a star lì sdraiato a parlare con un cane come se fosse la mia morosa, ma poi mi dico che in fondo in fondo ha ragione lei.

giovedì 1 aprile 2010

Corso di obbedienza 6° lezione

Nella foto: Judi e Yvy impegnate in un balletto acrobatico (coreografie di Madre Natura)
Venerdì gli intrepidi eroi erano puntuali al campo di addestramento, anche se il tempo minacciava realmente di scaricare fiumi d'acqua, e i cani erano particolarmente felici. Avevo deciso di portare Judi nonostante il tempo, perché aveva proprio bisogno di muoversi un po' . I lavori recenti alla strada di fronte a casa e le ruspe all'opera l'avevano letteralmente terrorizzata e oggi volevo concederle almeno un'oretta di svago. L'avrei portata anche sotto il diluvio.
E infatti il diluvio è arrivato! Proprio quando siamo arrivati noi.
In pochi minuti il campo era una palude e quindi Pier ci rimanda all'indomani, tempo permettendo. Dopo una mezzora il cielo si apre e i cani possono giocare felici nel fango. Porto a casa Judi che è più simile ad un cocker che ad un maremmano, e mi tocca lavarla a lungo. Dopo un'ora di lavoro la bionda è vaporosa e profumata come una star e si spalma felice sul nuovo tappeto dell'Ikea che abbiamo preso proprio per lei.
La mattina dopo un invitante sole ci attende al campo e, vuoi perché è sabato, vuoi perché c'é bel tempo, ma il clima generale è proprio piacevole: i cani sembrano felicissimi e a noi pare di essere in vacanza. Persino Pierangelo pare più buono!
Agli esercizi classici ci fa aggiungere il comando "resta", che funziona più o meno così: una volta seduto il cane, le si ordina RESTA! e ci si allontana di un passo (UN PASSO, non di più) tenendo il guinzaglio in mano. Il cane deve abituarsi al nostro allontanamento, che sarà graduale, e rimanere fermo in posizione di seduto, tranquillo. Se si sdraia a terra meglio ancora, è segno che è sereno e noi gli anticiperemo il comando "TERRA". Cioè se vediamo che sta per sdraiarsi gli diciamo: "terra!" e lo abituiamo ad associare la posizione col comando. Judi in questo esercizio si comporta in maniera esemplare, non mostra minimamente di soffrire il distacco, se non raramente, e rimane tranquilla seduta. Il suo essere indipendente e autonoma la aiuta. Altri cani, molto più attaccati al padrone, mostrano di soffrire parecchio anche il minimo distacco e Pierangelo ha il suo bel daffare...
Negli altri comandi i miglioramenti sono evidenti, la camminata al piede è sciolta e tranquilla, il "gira" lo esegue quasi senza nessuna azione sul guinzaglio, nel senso che gira da sola senza che io la guidi, nel "seduto" è sempre più frequente vedere Judi che si siede dopo 2/3 comandi, talvolta anche solo al primo, e anche "Alt" ora la vede reattiva ed ubbidiente. Spesso mi guarda mentre eseguiamo gli esercizi e sembra quasi divertirsi anche lei, quasi come uno studente, felice di mostrarsi bravo agli occhi del maestro.
Continuiamo nei nostri esercizi e Pier aggiunge anche il "destra" e "sinistra", che consiste nell'abituare il nostro quadrupede a girare nella direzione annunciata e ribadita con una tirata di guinzaglio. E' piacevole vedere che i cani si muovono ormai come dei perfetti partner.
Dopo più di un'ora di esercizi notiamo tutti che i cani sono stremati, paiono aver fatto la scalata dell'everest, e dopo una breve pausa di gioco rientriamo tutti a casa. Appuntamento a dopo Pasqua, e già so che mi mancherà la lezione di venerdì...


La padrona di casa: Dea, il pastore tedesco di Pier, che non perde mai occasione per ribadire a tutti i presenti la sua superiorità (che nessuno dei cani mette mai in discussione...)



Lillo, il simpaticissimo bassethound.



Tesla, questa la conoscete di già.

domenica 21 marzo 2010

Corso di obbedienza 5° lezione



Un'ape ha deciso di assaggiare questi delicati fiori primaverili, sono le prime avvisaglie di una stagione che si è fatta attendere a lungo.


Gran bella lezione, quella di venerdì scorso. Appena arrivato noto che Judi ormai riconosce benissimo il posto, e nel momento in cui inizio a parcheggiare dà segni di eccitazione crescente: tira come una matta, vuole scendere nel campo, e appena varcato il cancello la devo liberare perchè non sta più nella pelle dalla gioia. Con i presenti è abbastanza sciolta, Ale e Aldo riescono perfino a darle dei bocconcini e ad accarezzarla tranquillamente. Noto anche che più aumenta la sua serenità, più i giochi con gli altri cani diventano intensi. Già Pierangelo mi ha fatto notare che Judi dà chiari segni di voler dominare, anche se non proprio su tutti, almeno su alcuni cani, e perfino con Dea ha tentato, per un paio di microsecondi, di tenerle il fianco. Ovviamente, data la sua storia particolare, giudico assolutamente positivo tutto questo e lo considero un suo lento riappropriarsi del proprio carattere.
La lezione si sviluppa, con il gruppo storico ricompattato, sui contenuti già visti: "piede", "alt", "seduto", e probabiilmente questi saranno i contenuti anche delle prossime lezioni. Anche Lillo, il bassethound, rientrato dopo un'assenza, sembra gradire la compagnia e il clima è sereno.
Poi viene il momento di fare un esercizio sull'attaccamento e lì ci siamo commossi tutti.
Siamo tutti schierati in un'unica fila, e Pierangelo ci spiega come si sarebbe svolto l'esercizio: lui sarebbe venuto da uno di noi, avrebbe preso il guinzaglio mentre noi avremmo dovuto invitare al gioco il cane, cercando di eccitarlo il più possibile, poi avremmo dovuto correre via chiamandolo a gran voce. Pier avrebbe trattenuto il cane mentre noi correvamo via, e il cane avrebbe dovuto tirare molto il guinzaglio. Poi L'addestratore avrebbe lasciato improvvisamente il guinzaglio, mentre noi, accosciati, avremmo chiamato a gran voce la povera bestia. A quel punto, ci dice Pier, il cane dovrebbe venire da voi come un lampo. Il cane infatti teme più di ogni altra cosa l'abbandono da parte del padrone e l'addestratore sfrutta questo per rafforzare ancora di più il legame di attaccamento.
Pronti via!
Parte prima Tesla, Pier la trattiene mentre Ale scappa via chiamandola. Tutti osserviamo in silenzio, perfino i cani sembrano attentissimi. Tesla tira, Pier la lascia e Tesla trotterella allegra dalla sua padrona. Inizia dentro di noi a nascere una profonda tenerezza nel vedere il cane felice che torna dalla padrona, sentire i complimenti, vederlo scodinzolare.
Poi tocca a Judi. Io la invito al gioco, lei mi guarda eccitata. Parto come un razzo e lei si lancia felice dietro di me, ma Pier tiene saldamente il guinzaglio e qui, quando sente di essere tenuta forte dall'istruttore, Judi si blocca. Non guarda più me, abbassa le orecchie e la coda e guarda tristissima Pier che la trattiene. Io continuo a chiamarla, lei si gira verso di me, fa il gesto di muoversi ma poi si ferma ancora a guardare Pier. Mi sta dicendo che non può venire, e nello stesso tempo accetta passivamente di essere trattenuta, senza opporsi. Io insisto a chiamarla, Pier la lascia e Judi si allontana da lui velocemente e viene diretta verso di me, ma la cosa straziante è che lo fa rimanendo girata a guardare Pier, come se avesse paura che questo la rincorresse per prenderla. Io ovviamente la riempio di baci e di coccole, e lei pare rassenerarsi velocemente. Pericolo scampato, penserà!
Poi mentre la coccolo e l'accarezzo guardo gli altri cani come si comportano e sono scene bellissime. Poche immagini sono più belle e intense, per un proprietario di cane, che il vedere un cane che corre come un razzo fra le braccia del proprio padrone che lo chiama. I due pastori tedeschi lo fanno in modo veramente toccante: una freccia lanciata verso il padrone. Anche Mila fa lo stesso verso Aldo e perfino Meghi, che è legata in modo quasi ossessivo al proprio padrone, si lancia decisa. Commovente e tenero è anche Lillo, il bassethound, che trotterella verso il suo padrone, e commovente è anche sapere che quel cane, con le sue gambotte tozze e corte, si sia fatto a piedi da Caserta a Lomagna, dove poi i volontari l'hanno affidato al suo attuale padrone. Incredibile a pensarci.
Simba invece strappa una risata a tutti, perchè una volta liberato, invece di correre dal suo padrone, si lancia felice e spensierato verso gli altri cani, come se fosse stato invitato ad una festa in maschera, lasciando il suo padrone sconsolato in un angolo del campo!
Poi facciamo un secondo tentativo, dove Judi addirittura non tenta neppure di tirare il guinzaglio, si siede e guarda paziente Pier che la trattiene. Sta diventando un po' buddista, come il suo padrone. Infatti appena viene lasciata si dirige tranquillamente verso di me, con sufficienza, come se avesse avuto un piccolo contrattempo che prima le impediva di arrivare. E' incredibile e tenera la sua capacità di lasciarsi fare qualunque cosa senza reagire minimamente.
La lezione si conclude con altre camminate al guinzaglio e con il gioco finale, ma negli occhi di tutti sono impresse le immagini che ci hanno commosso poco prima. Nel silenzio generale vedere la corsa del cane verso il padrone è stato emozionante e, mi si permetta dirlo, quasi... intimo. Nel vedere quell'immagine si percepiva che il rapporto con il proprio cane è qualcosa di profondo, unico. Rapporto che viene costruito in tutti i minuti, le ore che passiamo con lui, in tutte le silenziose passeggiate, in tutte le carezze e l'affetto che ci scambiamo (perchè è reciproco lo scambio), in tutto quel prendersi cura di lui.
Che poi, ne sono sempre più convinto, è anche e soprattutto prendersi cura di NOI.
In quel momento, malgrado tutte le persone che guardavano, i due erano "isolati" da tutti, vivevano un piccolo momento di intimità, di profonda conoscenza reciproca.
E la cosa che commuoveva tanto era proprio l'essere "spettatore" di quell'incontro, più che esserne il diretto protagonista.
Vedere gli altri in quel momento intimo ci permette infatti di capire meglio quello che anche noi viviamo e questo ci commuove.
Se fossi un pittore proverei magari a dipingerlo, quel momento.
Cercherei di comunicare, a chi non vive queste esperienze, che cosa prova un uomo come me quando vede quel meraviglioso e puzzolente ammasso di pelo bianco che da più di 300 metri di distanza si lancia verso di lui in una corsa velocissima, elegante e leggera.
Quell'uomo si ferma, sorride, e cerca di cogliere al volo tutta la bellezza di quell'istante.
Perché sa, l'ha imparato da tempo, che quello è un momento perfetto.

P.S. poi quando si avvicina al cane scopre che si è appena rotolato in qualcosa di realmente disgustoso e vomitevole, e si rompe tutta la magia...

domenica 14 marzo 2010

Corso di obbedienza 4° lezione



Nella foto: in prossimità della "vasca olimpionica di Tesla", lo struzzo Giuditta infila la testa sottoterra, perdendosi il meraviglioso spettacolo delle montagne innevate.


4° lezione al corso di obbedienza. Le orde dei mongoli hanno abbandonato le radure di Lomagna, non vi è nessuna traccia di Gengis Khan e dei suoi cani, e quindi il gruppo storico si è ricompattato allegro e felice.
Pierangelo ci testa uno ad uno nella conduzione del cane, ci cazzia a dovere, ma alla fine si complimenta con tutto il gruppo: stiamo lavorando bene. Ai comandi classici già visti, "piede" e "alt", aggiungiamo il "gira" e, da oggi, anche il "seduto". Giuditta si comporta bene con i primi tre ma col "seduto" sembra non capire: se io mi metto davanti a lei, si siede perfettamente, ma se il comando lo do mentre lei è al mio fianco non c'è verso di farla sedere. Mi sgolo, ma lei mi guarda con sufficienza, compatendomi come se fossi un pazzo invasato. Pier non vuole che io le vada davanti, mi dice di tirarle la coda verso il basso, ma lei oppone una resistenza incredibile e non mi va di farle violenza, anche minima, per forzarla, quindi faccio come gli studenti: quando il Pier non mi può vedere io mi metto velocemente davanti e le do il comando. Judi sembra capire e si siede subito, così torno velocemente a posto con un bel sorriso compiaciuto sulle labbra, Judi è seduta tutta orgogliosa al mio fianco e sembriamo proprio una perfetta coppia da scena finale di un bel film strappalacrime. Roba da tramonto sullo sfondo, violini e archi in crescendo e inquadratura che parte da noi e poi si alza fino ad inquadrare tutta la valle, il mare le montagne e poi lentamente sfuma nei titoli di coda. Io l'accarezzo sul testone, le sorrido e mi pare di cogliere un guizzo complice nei suoi occhi.

Abbiamo iniziato anche noi a dare da mangiare a Judi solo cibi preparati da noi, quindi basta crocchette e basta foraggiare le multinazionali: ora si parla solo di riso, ricottine, verdure, carne cruda e cotta, e in cucina sono comparsi pentoloni e pezzettoni di carne. Ieri mentre preparavo il suo pastone con riso bollito e carne trita, la mia gatta Egle mi guardava perplessa, quindi ho provato a metterle un po' di carne trita nella sua ciotola. L'ha annusata come avrebbe fatto la regina d'inghilterra con un piatto di cavallette fritte, si è girata verso di me con aria di sufficienza e si è allontanata offesa senza neppure assaggiarla!
Due secondi dopo la stessa carne era già scomparsa, fagocitata dalle fauci di Judi!

La primavera è alle porte, la temperatura è decisamente più gradevole e i contadini hanno iniziato ad arare i terreni per la semina. Uno dei due campi delle stoppie è quindi sparito ed è venuto a mancare uno dei suoi luoghi preferiti, ma in compenso ho scoperto che Judi ama alla follia correre come una pazza nella terra appena arata, morbida e profumata, abbaiando come un ossesso. Arriva perfino, al culmine dell'eccitazione, a sdraiarsi felice nella terra calda, come se fosse sul tappeto di casa, e devo dire che in questo non ha tutti i torti. Per curiosità mi sono avvicinato a lei e ho provato anch'io a sedermi e a respirare per qualche minuto quegli odori forti, in mezzo ad un campo appena arato.
Non ditelo a nessuno: è veramente bello.

mercoledì 10 marzo 2010

Anima e Animale



"Siamo pervase dalla nostalgia per l'antica natura selvaggia. Pochi sono gli antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti. Ma l'ombra della Donna Selvaggia ancora si appiatta dentro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti. Ovunque e sempre, l'ombra che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe."
Clarissa Pinkola Estes - Donne che corrono coi lupi


Quella notte avevo fatto un sogno strano. Avevo sognato il mio preside (!) che faceva un commento circa la pochezza dei miei genitali. O meglio, sosteneva che il mio attributo si fosse "rimpicciolito". (Si pregano a questo punto i signori lettori di astenersi da qualunque commento. Tanto le so che alle parole "mio Preside", "genitali" e "rimpicciolito" il mio analista si sta già sbellicando dalle risate, vero Sergente?).
Dunque, dicevo, ero tutto concentrato a riflettere su quel sogno strano, e camminavo lentamente nell'half pipe, quel sentiero che è fiancheggiato da rive scoscese (come una trincea, Sergente....!!). Giuditta era libera, senza guinzaglio ma con la "piuma di Dumbo", che le ricorda di tornare, e girava tranquilla annusando ogni cespuglio.
Ad un certo punto avverto la sua presenza di fianco a me, e mi accorgo che mi è sì di fianco, ma sopra la riva, più in alto riapetto a me.
E noto anche che il suo passo è esattamente sincronizzato sul mio. Per alcune decine di metri proseguiamo perfettamente affiancati, silenziosi, io sotto e lei sopra la riva, e in quel momento ho un'intuizione, una sensazione.
Ho la netta percezione che Judi sia una parte di me.
Judi rappresenta e simboleggia la parte antica e selvaggia della mia anima. Quella che da ragazzo mi faceva passare interi pomeriggi a cercare nei boschi il legno buono per fare la fionda, oppure che mi spingeva a sfidare il gelo del tardo autunno, nei campi di Masanti, a tirare un giavellotto fatto con il legno di nocciolo. Ricordo perfettamente quelle sensazioni, quel freddo sulle guance e sulle mani screpolate, l'erba bagnata e l'odore della terra fresco e penetrante. E il bisogno di stare all'aria aperta fino a quando era buio inoltrato. E il piacere del gioco e del correre e del saltare, senza nessun altro scopo se non quello di giocare con se stessi e con il mondo. E il tempo che non esisteva. Non esisteva! Il tempo era il ciclo del sole, si dormiva quando faceva buio e ci si svegliava con la luce. Si mangiava di gusto qualunque cosa e a qualunque ora. E la pioggia non ti fermava affatto, cambiava soltanto lo sfondo dei tuoi giochi. Con la pioggia si scoprivano i rigagnoli e le dighe e i canali fatti con i sassi. E le lumache, i rospi e le trote grasse e succulente che dopo il temporale diventavano voracissime. Ci si trovava nel fienile, mentre fuori diluviava, a parlare e a scambiarci informazioni proibite agli adulti, guardando le rondini allineate sul filo, a centinaia. Si guardava alla pioggia come ad una piacevole interruzione.
Si attingeva a piene mani a quell'inesauribile fonte di energia e di creatività che è l'anima selvaggia di ognuno di noi.
E adesso che sono con Judi, in contatto continuo con questo lato dell'anima, mi “RI-trovo” a sdraiarmi sulla paglia del campo delle stoppie, e a scoprire che anche in pieno inverno è calda! Mi trovo a chiacchierare con Alessandra e con gli altri padroni di cani, e con tutti, fateci caso, con tutti il clima è sempre rilassato, si sorride molto. Si scopre che camminare al freddo non solo fa bene al corpo ma ci tiene in contatto con qualcosa di antico e piacevole, aumenta l'energia e il buon umore, si è più attivi. Non solo. Ci si sporca di più, come da ragazzi, gli odori diventano più forti. Gli orpelli della vita sociale, i vestiti, il decoro, la macchina, le buone maniere, li lasciamo per quando siamo al lavoro, ma quando andiamo nei campi ci liberiamo un po' di questi pesi. Per me prepararsi a portare fuori Giuditta è come un liberarsi di un peso: sguscio fuori velocemente dai vestiti da lavoro e sono felicissimo di infilarmi, altrettanto velocemente, nei vecchi e sporchi pantaloni, nella giacca a vento conciata, negli stivaloni. Noi padroni di cani felici e felici padroni di cani, andiamo in giro per i campi conciati come dei rom, con tutto il rispetto parlando. Spaventapasseri ambulanti, vestiti di improbabili cappellacci e di guanti da poche lire. E tutto questo lo trovo incredibilmente liberatorio ed energetico.
La presenza di Judi ha creato un ponte tra me e la mia anima selvaggia attraverso il quale vengono portate a galla energie che credevo scomparse.
Forse, dico “forse”, gli animali in genere e quelli domestici in particolare, hanno proprio questo scopo: tenerci in contatto con il mondo sommerso e selvatico della nostra anima, anche senza esserne del tutto consapevoli, non importa.
E’ per questo che il legame con Giuditta diventa sempre più forte. So che attraverso lei sto tornando a casa, in quel luogo antico e indescrivibile dove abita il mio essere animale, il mio animus, il mio spirito.
Dove dimora il mio anemos, il mio vento.
Il mio soffio vitale, la mia aura.
Il principio della vita, di cui talvolta percepisco la presenza ma che, come tutte le cose essenziali, risulta invisibile agli occhi.


P.S. So che il Sergente a questo punto, pensando al mio sogno, ha un sorriso sornione sul viso e gli occhi che gli brillano, o mi sbaglio?

lunedì 8 marzo 2010

Corso di obbedienza 3° lezione



Terza lezione con fuori programma da brivido.
Avete presente Gengis Khan? Un tipo come quello di Mulan, per intenderci. Ebbene Gengis Khan venerdì è venuto per iscriversi al corso. Pantaloni in mimetica militare, giacca verde militare, colbacco tipo esploratore dello Yukon in pelo di chissà quale bestia, stivaloni, mani in tasca, tono un po' saputello e arrogante e al guinzaglio un cane tipo Husky o Samoiedo o qualcosa di simile. Cane meraviglioso e fiero, ma che nelle mani di un simile personaggio può diventare tranquillamente un'arma impropria.
La lezione inizia con un capriccio di Judi che non si fa prendere dal sottoscritto. Pierangelo mi guida passo passo e con i suoi consigli nel giro di pochi minuti la prendo tranquillamente, imparo in un attimo che con le giuste mosse e con tranquillità posso prenderla facilmente: prima lezione!
Una volta schierati iniziamo un lungo e intenso training, dove i cani lavorano contemporaneamente, ognuno col proprio padrone, e il ritmo è intenso. Pierangelo ci guida sapientemente e osservo che nei nostri confronti ha proprio il piglio del capobranco, ci sta proprio facendo capire cosa vuol dire fare il capobranco. Nel tono della voce, nello sguardo, nel portamento e nella gestione dello spazio fisico, ci sta proprio dicendo: "io sono il vostro capo, qui comando io"
Infatti io e Ale ci becchiamo subito un cazziatone perchè non eravamo in riga e, guarda un po', reagiamo proprio come i nostri cani: abbassiamo subito la testa e con la coda tra le gambe chiediamo umilmente scusa! Seconda lezione.
Al momento della pausa ci ricorda di lasciare liberi i cani e ci ri-spiega in dettaglio cosa fare in caso di litigi. Forse ha già annusato l'aria....
Judi, Tesla e tutti gli atri, compreso un meraviglioso bassethound di nome Lillo, giocano felici e sereni, mentre il cane di Gengis Khan si aggira con l'aria di chi cerca la rissa. Infatti poco dopo trova sulla sua strada Simba, il labrador agitato di cui ho già raccontato la volta scorsa, un cane allegro e giocherellone, vivace e indisciplinato, con un padrone calmo e silenzioso. Simba non ci sta a farsi mettere i piedi in testa e inizia in breve una feroce rissa, dove il Kan di Gengis Khan (...bella, vero?) ha la meglio, riesce ad agguantare il collo di Simba e sembra volerglielo strappare via. Subito intervengono il padrone di Simba e..... Pierangelo! Perchè Gengis Khan, sempre con le mani in tasca, si limitava solo a gridare NO al suo cane! Pier cerca di dividerli e poi urla al Mongolo (inteso come etnia...): "PRENDI IL TUO CANEEEE!!!" Segue una serie di parolacce in brianzolo che non posso citare, se non un "PORCA SIDEELA!!!" (letteralmente "porco secchio!") urlato più e più volte, mentre il Khan di Khan continuava a tenere saldamente fra i denti la gola di Simba. Una volta separati i cani Pierangelo gliene dice quattro al tipo, e tutti i presenti, pietrificati dalla scena, si augurano di cuore che non venga più accettato al corso. Qualcuno gira per raccogliere le firme per cacciarlo via...
Il padrone di Meghi (in dieta, poverina!), guarda laconico la scena della rissa e proclama sottovoce: "io non ci vengo più al corso se quello resta".
Si controllano le eventuali ferite a Simba, ma con gran sollievo di tutti scopriamo che la pelle del labrador è veramente resistente: ha solo un piccolo graffio su un orecchio. In più lui sembra aver già recuperato il suo solito umore allegro, mentre gli altri animali sembrano aver compreso tutto, infatti non gioca più nessuno, e in breve torniamo tutti al lavoro.
Pier ci guida ancora con serenità, anche per lui l'episodio è chiuso. Terza lezione. Recuperare subito la calma in simili situazioni è veramente notevole.
Continuiamo a lavorare senza soste, "piede" "gira" "alt", i cani sembrano già migliorare a vista d'occhio e il resto della lezione fila via liscia liscia. Alla fine i cani sono abbastanza stanchi, infatti non ci si ferma molto a giocare, e alle 6 siamo tutti già in macchina, rilassati e soddisfatti.
Le successive ore Judi le passerà invece sul tappeto davanti al divano, in catatonia letargica...

sabato 27 febbraio 2010

Corso di obbedienza 2° lezione



Nella foto: Una di quelle giornate nelle quali sembra di abitare in un bel posto. Da sin: i tre corni di Canzo, la Grigna e il Resegone fanno da sfondo al paese. In primo piano quello che io chiamo "l'Half Pipe", il pezzo di sentiero per Ruginello incassato fra due rive scoscese. Uno dei luoghi di gioco preferiti per le acrobazie di Judi.


Giuditta, Tesla, Mila (anche il proiettile si è iscritta al corso!), Milù, Yvy, Simba e Meghi (sic!). Questi gli iscritti al corso, Simba è un labrador moolto vivace, Milù e Yvy sono pastori tedeschi e Meghi è una piccola pincher obesa. Gli altri li conoscete già.
Nella seconda lezione abbiamo fatto esercizio di conduzione al guinzaglio: "al piede".
Si tratta di camminare con a fianco il proprio cane e fargli (o farle) capire che siete voi che guidate, questo in sintesi. In dettaglio occorre agire molto decisamente sul guinzaglio quando il cane tende a tirare o a fermarsi, dando uno strattone tipo "ferrata di un marlin" quando siete a Cuba a cayo largo a fare pesca d'altura, una cosa così. Una botta decisa e via. Il tutto rinforzando il messaggio con un secco "no!" quando il cane tira. In futuro, ci dice Pierangelo, il cane sentirà il NO e lo associerà allo strattone e quindi si fermerà anche senza dover per forza strapparle il collo.
Il buon vecchio Pavlov, insomma.
Judi, Tesla e Mila se la sono cavata alla grande, a loro basta far finta di tirare il guinzaglio e già si arrendono, altri cani hanno avuto qualche problemino, soprattutto Simba, al quale ad un certo punto Pierangelo ha dovuto far capire chi comanda. Poichè non ne voleva sapere di ubbidire e star buono, e continuava a saltare leccando il viso a Pier, questi ha tentato prima con un paio di metodi poi, visto che non funzionava, ha preso il guinzaglio e ha messo lo scarpone sul guinzaglio a pochi cm dal collo del cane, costringendolo a sdraiarsi per terra. Simba non ci stava e si divincolava urlando e rischiando di strozzarsi. Per alcuni secondi, che sono parsi durare in eterno, nessuno fiatava, eravamo terrorizzati dalla scena. Il cane che urlava, Pierangelo che non mollava affatto la presa, il proprietario preoccupatissimo, ma oramai bisognava portare il concetto alle sue estreme conseguenze. C'era in gioco tutta l'autorità del nostro istruttore. Il cane doveva arrendersi e cedere. Dopo pochi secondi, dicevo, Simba finalmente si ferma ansimante, e subito Pier lo accarezza a lungo e gli fa i complimenti. Il cane inizia a scodinzolare, la tensione si scioglie e Pierangelo molla la presa. Simba è tranquillo di fianco a lui, agita la coda, è provato ma non spaventato o ferito, e Pier ci spiega quello che è successo. Mentre Pier sta spiegando, Simba, a sorpresa, tenta ancora di saltare e leccargli il viso e Pier riparte con lo stesso metodo, ma questa volta il labrador si ferma immediatamente: ha capito, e non ci sarà bisogno di un terzo esempio.
La lezione finisce con 15 minuti di gioco, nei quali Judi è come al solito felice come un bimbo. Io registro ancora una volta che Giuditta, con sempre maggiore frequenza, si lascia avvicinare anche quando è libera, e pare sempre più serena anche in presenza di estranei. Pierangelo scommette una pizza con me che entro 8 lezioni lei si lascerà avvicinare tranquillamente dagli estranei. In tal caso sarò felicissimo di pagargliela!
E adesso, per la rubrica "facciamo le pulci a tutti perchè sono un rompiballe" diciamo alcune cose sul corso, magari col sorriso sulle labbra.
Pierangelo mi piace molto, mi piace la passione che mette nel parlare e la sua sicurezza nel gestire gli animali, però la didattica di questa lezione non è stata il massimo, non me ne voglia. Uno che fa l'esercizio e tutti gli altri fermi per decine di minuti è una situazione che alla lunga stanca e deconcentra, e non si riesce a mantenere elevata la curva di attenzione. Forse potevamo provare, ad un certo punto, a fare l'esercizio ognuno per conto proprio, in una direzione diversa e poi confrontarci, poi inserire varianti (a destra, a sinistra, il giro). Insomma farci muovere di più. Mi è sembrato che gli animali fossero un po' stufi ad un certo punto.
Ma questo lo dico solo perchè sono un rompiballe al quale non va mai bene nulla. E' solo l'inizio e bisogna aspettare per esprimere un giudizio più completo. In ogni caso, lo ammetto, adesso non vedo l'ora che arrivi venerdì per portare Judi a Lomagna, e finchè sarà così, va benissimo.

sabato 20 febbraio 2010

Corso di obbedienza, 1° lezione



Finalmente!
Appuntamento sabato 20 febbraio alle 13.15 da Ale, le due ragazze sono agitate quanto noi ma salgono felici in auto. Arrivati a lomagna vediamo la solita cagnara indicibile: cani di tutte le razze, padroni imbarazzati o emozionati, risatine sciogli-tensione che si sprecano. Giuditta tira come un capomuta da slitta e rischia di lesionarmi la cuffia dei rotatori della spalla, Tesla è terrorizzata e non vorrebbe neppure scendere dalla strada.... andiamo bene...! Riusciamo ad avvicinarci al cancello d'ingresso e piano piano le due ragazze si tranquillizzano. I biscottini vengono distribuiti da tutti a piene mani, la Friskies ringrazia sentitamente...
Una volta entrati iniziano i rituali di conoscenza reciproca. Nina e Dea, le due padrone di casa girano per mettere in riga tutti e per far capire chi comanda in questo posto. A Judi e Tesla non occorre tanto: Judi se la fila con la coda fra le gambe solo se la guardano e Tesla si sdraia fingendosi già morta, prima che l'altra possa fare qualunque cosa. Dopo i convenevoli di rito gli istruttori ci radunano in cerchio e iniziano a spiegare come funzionerà il corso. Io, Judi e Alessandra ascoltiamo attenti, mentre Tesla passerà le successive due ore girata con la testa verso l'esterno con uno sguardo che dice: "Io non ho nessunissima intenzione di farmi minimamente coinvolgere in tutto questo!".
Della ventina di coppie presenti (cane-padrone, cosa avete capito??) mi rimangono impresse, nell'ordine:
- un gigante tedesco con al guinzaglio un enorme terranova di 70 kg (o viveversa: un terranova con al guinzaglio un tedesco, fate voi)!!!
- un imbarazzato ragazzo di 50 kg con un maestoso e alquanto agitato dobermann con le orecchie a punta stile Batman;
- un mansueto e mille volte più bello dobermann con le orecchie normali, e non a punta come un pipistrello, guidato da un tenero ragazzo che, quando gli abbiamo chiesto come si chiamasse il cane, ci ha risposto, per ben tre volte: "non l'ho scelto io il nome! non l'ho scelto io!" Si chiamava Diablo, e noi gli abbiamo consigliato vivamente di cambiargli il nome al più presto!
- una signora con un cagnolino così piccolo che potrebbe tranquillamente scomparire in un attimo tra le fauci del Terranova (o del tedesco) e nessuno se ne accorgerebbe;
- una serie notevole di pastori tedeschi, tutti abbastanza agitati e indisciplinati.
Il corso è organizzato dal nucleo cinofilo da soccorso "Curone", a Lomagna (LC) e Pierangelo, il responsabile, ci spiega quali sono gli atteggiamenti e il comportamento che dovremo tenere durante il corso. Alla fine invita tutti a non andar via subito col cane, ma a lasciar giocare gli animali in un momento di libera conoscenza, gioco e socializzazione, altrettanto importante del corso. Giuditta mostra di gradire tantissimo e si lancia a giocare contemporaneamente con il maggior numero di cani possibile, saltando di quà e di là come un'invasata. Ogni tanto passa da me a salutarmi raggiante. E' felice. Anche Tesla pare più tranquilla.
Decidiamo dopo una mezzoretta di lasciare il campo e rimango meravigliato dal vedere come Judi si faccia tranquillamente accarezzare da tutti i presenti senza dare segni di paura. Mentre raggiungiamo l'auto io e Ale proviamo a mettere in pratica i primi consigli di Pierangelo e Umberto e conduciamo "al piede" Tesla e Judi fino alla macchina, e le ragazze rispondono meravigliosamente. Siamo contenti come scolaretti al primo giorno di scuola!
Al rientro a casa decidiamo di darci appuntamento ai campi, dove già ci aspettano Margot, Pepe e Groucho (i tre labrador biondi) e il loro padrone, e alla compagnia si aggiunge anche Mila (il proiettile) e Penny (un pastore tedesco femmina, grande e maestosa). Judi gioca fino allo sfinimento con Mila-il-proiettile poi cede il turno agli altri cani che sembrano voler sfiancare la povera cagnolina. Ancora un giretto poi si rientra, Giuditta sembra veramente esausta, si trascina sul tappeto e inizia a ronfare fino alle 22.30, quando sono costretto a svegliarla per farle fare il giretto serale. Al rientro le faccio trovare in cuccia un regalo, data l'importanza della giornata: un profumatissimo ed enorme osso di prosciutto! Lo metto nella cuccia, nella speranza lei ci entri, e lei in effetti ci entra, dalla finestra vedo spuntare il suo culone dalla cuccia. Dopo due secondi era già fuori, con l'osso in bocca...

P.S. In molti mi hanno chiesto chi fosse Indio. Ebbene è mio fratello, è un artista e anche molto altro ancora. Indio è il suo nome di Capoeira, infatti è insegnante di Capoeira a Como. Quello raffigurato è uno dei suoi quadri, uno che amo particolarmente. Prossimamente pubblicherò alcuni suoi lavori.

venerdì 19 febbraio 2010

Una cuccia per Judi



Lavorare il legno mi piace da morire.
Non sono un grande tecnico, non ho gli attrezzi giusti, e secondo mio suocero (ovviamente) non sono buono a fare niente, tuttavia io mi diverto un mondo a costruire semplici oggetti in legno. Dopo lo stendipanni in faggio e le cassette per i fiori dell'estate scorsa, mi sono lanciato nella costruzione della cuccia per Judi. Ho chiesto lumi all'ing. Prosdo su come dovessi procedere (io e Judi infatti abbiamo effettuato un sopralluogo a casa sua, per vedere la cuccia di Tesla e come l'ha costruita), poi mi sono lanciato.
"Mi raccomando: fai i disegni!" mi dice il buon ing. ma io preferisco fare solo alcuni schizzi e poi parto, troppa la voglia di iniziare! Spedizione al Leroy Merlin con famiglia, breve visita al reparto tappeti (uffaaaaaaa..........Tutti brutti! bocciati!) poi finalmente a scegliere il legno. La scelta cade su perline in abete 2° scelta, in offerta a 6.90 al mt, 4 listelli in abete grezzo 40x40x2000, più qualche accessorio tipo viti, cerniere e altro. In tutto spendo circa 50 euro.
A casa porto tutto in box che è il mio laboratorio, e in qualche giorno di piacevole lavoro ecco finita la cuccia. Nelle foto potete vedere le varie fasi, tranne quella del montaggio sul balcone, dove Judi ci guardava come se stessimo montando un patibolo proprio dove dorme lei. Inutile dire che la cuccia è pronta da due notti ma Giuditta non ci ha passato dentro neppure un minuto, si ostina a dormire sul nudo pavimento dietro (o sopra) la sua amata Poang. Ho provato a metterci dentro i succulenti ossi che le offro, lei entra, lo prende ed esce! Proverò a metterci la ciotola dei croccantini e fare la strada come Pollicino.
Un attimo! Che scemo! Non è che forse Judi associa la cuccia alla famosa "gabbia per la belva" di Gaspare e Orazio e quindi non vuole saperne? Un dubbio mi assale...

mercoledì 17 febbraio 2010

A casa di Indio



Oggi io e Judi abbiamo fatto una trasferta a Casa di Indio.... (come, non sapete chi è?)

domenica 14 febbraio 2010

Il fantastico mondo di Judi

A Giuditta piace:

- correre a perdifiato nei campi;
- mangiare la neve a badilate;
- ficcare il muso nelle tane dei topolini;
- scavare come un caterpillar;
- socializzare con tutti i cani dell'emisfero nord;
- bere l'acqua di tutte le pozzanghere che incontra, anche solo un breve assaggio;
- annusare ogni filo d'erba che incontra;
- mangiare con gusto solo un certo tipo di erba;
- annusare la cacca degli altri cani;
- assaggiarne qualcuna!
- sentire il rumore dei croccantini versati nella sua ciotola;
- rubare la "dadolata di tonno orientale" dalla ciotola della Egle (la nostra gatta);
- bere l'acqua della ciotola della Egle (così lei non ci beve più finchè non la cambi...);
- rubare il posto preferito della Egle, davanti al camino acceso (così lei le lancia uno sguardo carico di odio);
- polverizzare le mollette da bucato;
- dormire sulla poltrona Poang dell'Ikea;
- distruggere a morsi i braccioli della poltrona Poang dell'Ikea;
- girare e appallottolare il tappeto dell'Ikea (forse non le piacciono le cose svedesi...);
- divorare un osso in pelle di bufalo in 2 minuti netti;
- giocare con i miei guanti di pile;
- saltarmi addosso all'improvviso per prendermi i guanti di pile;
- dimenticarsi che dentro i guanti di pile ci sono le mie mani;
- girare attorno al divano;
- aprire un pacchetto di fazzoletti di carta solo con i denti;
- ridurne a microscopici pezzetti il contenuto e spargerlo sul pavimento;
- osservare compiaciuta il lavoro svolto;
- spiarmi mentre mi vesto per portarla fuori;
- farsi coccolare;
- farsi coccolare sdraiata gambe all'aria nel campo delle stoppie in pieno inverno;
- sospirare come un'innamorata;


A Giuditta non piace:
- fare la doccia;
- incontrare un estraneo;
- incontrare un estraneo con il bastone;
- incontrare un estraneo zoppo e con il bastone (questo è il massimo del terrore!);
- il rumore dell'aspirapolvere;
- il rumore del phon;
- il rumore del camion della pattumiera;
- quando qualcuno starnutisce;
- mangiare quando qualcuno la osserva;
- tornare troppo presto dal giro nei campi;
- fare il "giro dei pensionati";

giovedì 11 febbraio 2010

Judi adolescente




La prima domenica di febbraio viene organizzata al mio paese la tradizionale corsa non competitiva per sentieri e campi della zona. Numerosi i partecipanti, e quindi particolarmente animati diventano i sentieri che abitualmente io e Giuditta frequentiamo. E Judi, è il caso di dirlo, si agita parecchio (sto usando un eufemismo) quando incrocia qualcuno. Quindi ho aspettato che il grosso della corsa passasse poi, spinto da un invitante sole, mi sono lanciato con Judi per il consueto giro domenicale, taglia extralarge. Dopo pochi metri ho preso Judi e le ho fatto un bel discorsetto: "ci sono in giro parecchie persone ma io ho fiducia (nel dirlo mi tremava la voce...) e ti libero, tu però fai la brava, non aver paura se incontriamo qualcuno e torna quando ti chiamo". Respiro profondo, dita incrociate, piccola invocazione al dio Pan e poi via. Libera!
Due secondi e ho capito subito che oggi non era giornata: invece di stare in zona l'adolescente inquieta ha iniziato a sgroppare di quà e di là felice e irresponsabile proprio come una quattordicenne. Si lanciava in corse da levriero, saltava come un'antilope, si rotolava nel fango come un'invasata. Mi costringo ad essere ottimista, caccio via i brutti pensieri e proseguo nella passeggiata, chiamandola ogni tanto, e lei segue, a distanza ma segue.
Ad un certo punto vede i tre labrador biondi a 200 mt, già incontrati altre volte, e si fionda da loro al galoppo. I miei fischi di richiamo cadono nel vuoto cosmico... Alla padrona del trio canino basta un semplice richiamo per mettere in riga i suoi (invidia pazzesca...), mentre Judi scodinzola intorno a loro muovendosi come una ballerina del Moulin Rouge, e fregandosene bellamente dei miei continui e crescenti richiami. Quando i tre labrador se ne vanno, intruppati e allineati come soldatini, Giuditta si gira e finalmente torna felice verso di me.
Il mio cuore di addestratore ferito si riempie di tardivo, ma piacevole, orgoglio: sta tornando verso di me! Torna verso di me!
Già......"VERSO" di me, non "DA" me!
Infatti arriva vicino a me, mi sfiora alla velocità della luce e si lancia lungo il sentiero. Rimango come uno scemo, col biscottino in mano, e inizia a montarmi una certa inquietudine. Non sono più tanto sicuro di riuscire a riprenderla oggi ma mi fingo indifferente, continuando a passeggiare. Arrivato alla fine del bosco delle meraviglie decido che è il momento di affrontare le mie paure e provo a chiamarla per legarla. Judi, ahimè, non ne vuole sapere. "Judi vieni qui!" Niente. "Judiii!" Niente! Un'adolescente che risponde sempre no! Uguale. Come se dicesse: "No, non ci vengo! Io voglio star qui a giocare!" Dopo due ore di tentativi infruttuosi, alle 12.15 decido di arrendermi e andarmene, nella speranza che Judi mi venga dietro fino a casa. Macchè... Mi guarda perplessa (mica te ne andrai veramente?) ma non si muove. Io oramai sono a casa, arrabbiato, depresso e deluso.
Entro in casa da solo e faccio in tempo a notare uno strano ghigno della Egle la quale, notando la mancanza del cane, si stira palesemente e con noncuranza riprende a dormire sul tappeto. Sulla testa aveva una nuvoletta con su scritto: "Ooh, meno male! Era ora che sparisse quella massa di pelo pulcioso!".
Alle 13.15 ci telefona Alessandra: "ma c'è Judi in mezzo al campo!". Proviamo a tornare al campo, anche se io sono demotivato e non vorrei neppure portare il guinzaglio. Appena arrivati la vediamo che gioca felice con Tesla e Anna mi dice di far finta che non sia successo nulla: "chiamala come se non la vedessi da un mese, e stai tranquillo". Siamo a più di 200 mt di distanza, io fischio UNA volta il suo richiamo, che ha imparato a riconoscere, e sta cretina d'una adolescente inquieta si lancia da me a farsi coccolare e accarezzare, sporca da far schifo, come se nulla fosse successo! Quasi volesse dire: "ciaooooo!! Finalmente sei arrivato!!!" Mi sciolgo come un gelato al sole, la mia arrabbiatura svanisce nel nulla, l'abbraccio, la bacio e la perdono all'istante.
Mi sto rimbecillendo del tutto...

domenica 7 febbraio 2010

Avvistamenti


nella foto: sua Maestà il Grignone dai capelli bianchi fa capolino dietro le colline di Montevecchia. Più in fondo, coperto di neve, il monte Legnone, forse... (foto scattata dal "campo delle stoppie")


Venerdì una fitta nevicata scesa nel pomeriggio ha coperto strade e campi della Brianza con almeno 10/15 cm di morbida neve. Alle 22.00, quando tutti dormivano e la pioggia mista a neve continuava a scendere, io e Judi ci siamo avventurati per il nostro territorio preferito, ed abbiamo avuto un incontro inaspettato. Al centro del campo, proprio dietro l'orto di Leonardo, c'era un animale grosso quanto un gattone, che si aggirava annusando quà e là. La visibilità era ottima, sul campo tutto bianco spiccava benissimo quest'animale distante circa 80 mt da noi.
Judi tirava come una matta e allora ci siamo lanciati all'inseguimento nel campo, proprio quando ho realizzato che si trattava indiscutibilmente di una volpe! La coda grossa e lunga tanto quanto il corpo, il musetto sottile e le orecchie dritte non lasciavano dubbi. E'una volpe! E a meno di 150 mt da casa mia!
Era intenta ad annusare e noi eravamo sottovento, così ci siamo avvicinati a circa 20 mt da lei, quando ci ha visto ed è scappata verso il boschetto delle meraviglie.
Io e Judi abbiamo osservato a lungo tutte le sue numerose tracce lasciate nella neve fresca e ci siamo divertiti a ripercorrere il suo itinerario. Giuditta infilava il muso praticamente in ogni sua impronta. Così ho scoperto che era un po' che girava nei dintorni, e che era andata anche al cascinotto di Bruno (quello della famosa "gabbia"...) e vicino agli orti, a ridosso della strada. Pochi metri prima della case! Si spiega anche il ritrovamento, nel mese di dicembre, di una pelle di lepre da riproduzione, interamente spolpata. I paesani e i cacciatori, informati del ritrovamento, avevano subito sentenziato che si trattava certamente del lavoro di una volpe.
Avevo già visto un paio di volte la volpe lo scorso anno, sempre con la neve, sulla strada che attraversando i campi porta a Bellusco, alcuni km più a est. Mai però così vicino al nostro paese.

Ieri mattina il secondo avvistamento di animali.
Ale mi aveva detto della presenza di un grosso rapace in zona, probabilmente una poiana, avvistata sia da lei che da Erica in una zona vicino al campo delle stoppie, uno dei luoghi di gioco preferito da Judi. Quindi ogni volta che passavo da quelle parti facevo molta attenzione, ma non ero mai riuscito a vederla.
Ieri mattina invece l'ho vista! Era intenta a cercare cibo in una zona dove il proprietario del terreno ha l'abitudine di gettare l'erba tagliata, letame o avanzi di vegetali. L'ho vista chiaramente volar via velocemente ma restando sempre molto bassa sul terreno, quasi non volesse esporsi alla vista. Pochi attimi ed era già svanita nel bosco di robinie. Era di color marrone, con un'apertura alare impressionante. Judi invece non ha visto nulla, era troppo intenta a cercar topolini sottoterra.

La giornata di oggi, domenica, merita invece un post a parte, che verrà pubblicato nei prossimi giorni. Judi ha fatto una scappatella di alcune ore....

giovedì 4 febbraio 2010

Lo Zen e l'arte della passeggiata col cane



La passeggiata col cane non è semplicemente soddisfare i bisogni fisiologici del nostro animale, è molto, davvero molto di più. Anzitutto bisogna chiarire che non sono io a portare fuori il cane, ma è Giuditta che porta fuori me. Mi porta fuori perchè ho bisogno di respirare l'aria fredda e pungente, perchè di sera il mio culo passa, senza soluzione di continuità, dalla sedia del tavolo al cuscino del divano. Perchè il mio cervello si è a- oppure iper-trofizzato tutto il giorno e ora mi sto anestetizzando con la tele. Perchè l'involucro nel quale abito ha bisogno di movimento per vivere, perchè i tramonti, le albe o anche il sole pomeridiano è bello vederli dal vero e non sempre e solo attraverso il parabrezza dell'auto o il vetro della finestra della scuola. E infine perchè Giuditta ritiene che il massimo della vita sia farsi coccolare sdraiata a pancia in su nell'erba in pieno inverno.
Quindi, dicevamo, il cane mi trascina finalmente fuori e guarda un po' cosa mi accade: il mio passo rallenta! Non corro più come un forsennato (a meno che non stia facendo una seduta di allenamento con "Judi Personal Trainer", ma questa è un'altra storia), non c'è autobus o treno da prendere o perdere. La camminata diventa una passeggiata. Il fine non è più arrivare da qualche parte, ma semplicemente passeggiare. Anzi, quando il mio passo diventa troppo affrettato ci pensa Judi a fermarmi: per lei il mondo è un'infinito groviglio di odori e tracce, una più interessante dell'altra. C'è sempre un filo d'erba con un odore così interessante da meritare una pausa!
Se poi ci faccio caso accade anche un'altra cosa ancora più importante, che passa il più delle volte inosservata: inizio a pensare! Pensare! Non sono ancora fuori dal cancelletto del cortile e già inizio a pensare! Penso alla giornata trascorsa, a tutte le cose che ho fatto e quelle che farò nei prossimi giorni, penso alle persone e i miei pensieri fluiscono liberi come una piccola cascata. Li organizzo e li ordino, oppure li lascio andare liberamente e mi lancio inseguendo una traccia di pensiero, esattamente come farebbe il cane con un odore. Il mio passo rallenta e i miei pensieri fluiscono liberi.
Non basta per essere considerato matto?
Allora andate alla casella successiva, se siete pronti, e poi ditemi se non sono pazzo.
Ad un certo punto, quando il passo e il respiro sono rallentati, quando i pensieri sono fluiti, smetto di pensare, e inizio finalmente a guardare.
Seguo il cane, guardo bene quello che fa, come annusa, cosa annusa. Non penso, guardo semplicemente quello che lei fa, come si muove, come si gratta, guardo come reagisce impercettibilmente al guinzaglio e ai miei movimenti. Gioco con lei. Tantissimo, e lo faccio concentrandomi sul gioco, senza pensare ad altro. Il gioco è la cosa più seria che ci sia. Faccio le nuvolette col fiato! Ascolto i rumori. Rilassato e concentrato. Sia sull'infinitamente piccolo che sull'infinitamente grande.
Cerco di immaginarmi come sarebbe il mondo se possedessi il formidabile odorato di un cane. Mi Guardo intorno, guardo le case, i prati, perfino i pali. Cerco di non esprimere alcun giudizio, osservo e basta. Cerco le tracce interessanti, ce ne sono a migliaia. Ovunque.
Il tempo si ferma.

P.S. Quando rientro a casa cerco sempre di ricordarmi di ringraziare silenziosamente il mio maestro con una carezza...