giovedì 11 febbraio 2010

Judi adolescente




La prima domenica di febbraio viene organizzata al mio paese la tradizionale corsa non competitiva per sentieri e campi della zona. Numerosi i partecipanti, e quindi particolarmente animati diventano i sentieri che abitualmente io e Giuditta frequentiamo. E Judi, è il caso di dirlo, si agita parecchio (sto usando un eufemismo) quando incrocia qualcuno. Quindi ho aspettato che il grosso della corsa passasse poi, spinto da un invitante sole, mi sono lanciato con Judi per il consueto giro domenicale, taglia extralarge. Dopo pochi metri ho preso Judi e le ho fatto un bel discorsetto: "ci sono in giro parecchie persone ma io ho fiducia (nel dirlo mi tremava la voce...) e ti libero, tu però fai la brava, non aver paura se incontriamo qualcuno e torna quando ti chiamo". Respiro profondo, dita incrociate, piccola invocazione al dio Pan e poi via. Libera!
Due secondi e ho capito subito che oggi non era giornata: invece di stare in zona l'adolescente inquieta ha iniziato a sgroppare di quà e di là felice e irresponsabile proprio come una quattordicenne. Si lanciava in corse da levriero, saltava come un'antilope, si rotolava nel fango come un'invasata. Mi costringo ad essere ottimista, caccio via i brutti pensieri e proseguo nella passeggiata, chiamandola ogni tanto, e lei segue, a distanza ma segue.
Ad un certo punto vede i tre labrador biondi a 200 mt, già incontrati altre volte, e si fionda da loro al galoppo. I miei fischi di richiamo cadono nel vuoto cosmico... Alla padrona del trio canino basta un semplice richiamo per mettere in riga i suoi (invidia pazzesca...), mentre Judi scodinzola intorno a loro muovendosi come una ballerina del Moulin Rouge, e fregandosene bellamente dei miei continui e crescenti richiami. Quando i tre labrador se ne vanno, intruppati e allineati come soldatini, Giuditta si gira e finalmente torna felice verso di me.
Il mio cuore di addestratore ferito si riempie di tardivo, ma piacevole, orgoglio: sta tornando verso di me! Torna verso di me!
Già......"VERSO" di me, non "DA" me!
Infatti arriva vicino a me, mi sfiora alla velocità della luce e si lancia lungo il sentiero. Rimango come uno scemo, col biscottino in mano, e inizia a montarmi una certa inquietudine. Non sono più tanto sicuro di riuscire a riprenderla oggi ma mi fingo indifferente, continuando a passeggiare. Arrivato alla fine del bosco delle meraviglie decido che è il momento di affrontare le mie paure e provo a chiamarla per legarla. Judi, ahimè, non ne vuole sapere. "Judi vieni qui!" Niente. "Judiii!" Niente! Un'adolescente che risponde sempre no! Uguale. Come se dicesse: "No, non ci vengo! Io voglio star qui a giocare!" Dopo due ore di tentativi infruttuosi, alle 12.15 decido di arrendermi e andarmene, nella speranza che Judi mi venga dietro fino a casa. Macchè... Mi guarda perplessa (mica te ne andrai veramente?) ma non si muove. Io oramai sono a casa, arrabbiato, depresso e deluso.
Entro in casa da solo e faccio in tempo a notare uno strano ghigno della Egle la quale, notando la mancanza del cane, si stira palesemente e con noncuranza riprende a dormire sul tappeto. Sulla testa aveva una nuvoletta con su scritto: "Ooh, meno male! Era ora che sparisse quella massa di pelo pulcioso!".
Alle 13.15 ci telefona Alessandra: "ma c'è Judi in mezzo al campo!". Proviamo a tornare al campo, anche se io sono demotivato e non vorrei neppure portare il guinzaglio. Appena arrivati la vediamo che gioca felice con Tesla e Anna mi dice di far finta che non sia successo nulla: "chiamala come se non la vedessi da un mese, e stai tranquillo". Siamo a più di 200 mt di distanza, io fischio UNA volta il suo richiamo, che ha imparato a riconoscere, e sta cretina d'una adolescente inquieta si lancia da me a farsi coccolare e accarezzare, sporca da far schifo, come se nulla fosse successo! Quasi volesse dire: "ciaooooo!! Finalmente sei arrivato!!!" Mi sciolgo come un gelato al sole, la mia arrabbiatura svanisce nel nulla, l'abbraccio, la bacio e la perdono all'istante.
Mi sto rimbecillendo del tutto...

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