sabato 27 febbraio 2010

Corso di obbedienza 2° lezione



Nella foto: Una di quelle giornate nelle quali sembra di abitare in un bel posto. Da sin: i tre corni di Canzo, la Grigna e il Resegone fanno da sfondo al paese. In primo piano quello che io chiamo "l'Half Pipe", il pezzo di sentiero per Ruginello incassato fra due rive scoscese. Uno dei luoghi di gioco preferiti per le acrobazie di Judi.


Giuditta, Tesla, Mila (anche il proiettile si è iscritta al corso!), Milù, Yvy, Simba e Meghi (sic!). Questi gli iscritti al corso, Simba è un labrador moolto vivace, Milù e Yvy sono pastori tedeschi e Meghi è una piccola pincher obesa. Gli altri li conoscete già.
Nella seconda lezione abbiamo fatto esercizio di conduzione al guinzaglio: "al piede".
Si tratta di camminare con a fianco il proprio cane e fargli (o farle) capire che siete voi che guidate, questo in sintesi. In dettaglio occorre agire molto decisamente sul guinzaglio quando il cane tende a tirare o a fermarsi, dando uno strattone tipo "ferrata di un marlin" quando siete a Cuba a cayo largo a fare pesca d'altura, una cosa così. Una botta decisa e via. Il tutto rinforzando il messaggio con un secco "no!" quando il cane tira. In futuro, ci dice Pierangelo, il cane sentirà il NO e lo associerà allo strattone e quindi si fermerà anche senza dover per forza strapparle il collo.
Il buon vecchio Pavlov, insomma.
Judi, Tesla e Mila se la sono cavata alla grande, a loro basta far finta di tirare il guinzaglio e già si arrendono, altri cani hanno avuto qualche problemino, soprattutto Simba, al quale ad un certo punto Pierangelo ha dovuto far capire chi comanda. Poichè non ne voleva sapere di ubbidire e star buono, e continuava a saltare leccando il viso a Pier, questi ha tentato prima con un paio di metodi poi, visto che non funzionava, ha preso il guinzaglio e ha messo lo scarpone sul guinzaglio a pochi cm dal collo del cane, costringendolo a sdraiarsi per terra. Simba non ci stava e si divincolava urlando e rischiando di strozzarsi. Per alcuni secondi, che sono parsi durare in eterno, nessuno fiatava, eravamo terrorizzati dalla scena. Il cane che urlava, Pierangelo che non mollava affatto la presa, il proprietario preoccupatissimo, ma oramai bisognava portare il concetto alle sue estreme conseguenze. C'era in gioco tutta l'autorità del nostro istruttore. Il cane doveva arrendersi e cedere. Dopo pochi secondi, dicevo, Simba finalmente si ferma ansimante, e subito Pier lo accarezza a lungo e gli fa i complimenti. Il cane inizia a scodinzolare, la tensione si scioglie e Pierangelo molla la presa. Simba è tranquillo di fianco a lui, agita la coda, è provato ma non spaventato o ferito, e Pier ci spiega quello che è successo. Mentre Pier sta spiegando, Simba, a sorpresa, tenta ancora di saltare e leccargli il viso e Pier riparte con lo stesso metodo, ma questa volta il labrador si ferma immediatamente: ha capito, e non ci sarà bisogno di un terzo esempio.
La lezione finisce con 15 minuti di gioco, nei quali Judi è come al solito felice come un bimbo. Io registro ancora una volta che Giuditta, con sempre maggiore frequenza, si lascia avvicinare anche quando è libera, e pare sempre più serena anche in presenza di estranei. Pierangelo scommette una pizza con me che entro 8 lezioni lei si lascerà avvicinare tranquillamente dagli estranei. In tal caso sarò felicissimo di pagargliela!
E adesso, per la rubrica "facciamo le pulci a tutti perchè sono un rompiballe" diciamo alcune cose sul corso, magari col sorriso sulle labbra.
Pierangelo mi piace molto, mi piace la passione che mette nel parlare e la sua sicurezza nel gestire gli animali, però la didattica di questa lezione non è stata il massimo, non me ne voglia. Uno che fa l'esercizio e tutti gli altri fermi per decine di minuti è una situazione che alla lunga stanca e deconcentra, e non si riesce a mantenere elevata la curva di attenzione. Forse potevamo provare, ad un certo punto, a fare l'esercizio ognuno per conto proprio, in una direzione diversa e poi confrontarci, poi inserire varianti (a destra, a sinistra, il giro). Insomma farci muovere di più. Mi è sembrato che gli animali fossero un po' stufi ad un certo punto.
Ma questo lo dico solo perchè sono un rompiballe al quale non va mai bene nulla. E' solo l'inizio e bisogna aspettare per esprimere un giudizio più completo. In ogni caso, lo ammetto, adesso non vedo l'ora che arrivi venerdì per portare Judi a Lomagna, e finchè sarà così, va benissimo.

sabato 20 febbraio 2010

Corso di obbedienza, 1° lezione



Finalmente!
Appuntamento sabato 20 febbraio alle 13.15 da Ale, le due ragazze sono agitate quanto noi ma salgono felici in auto. Arrivati a lomagna vediamo la solita cagnara indicibile: cani di tutte le razze, padroni imbarazzati o emozionati, risatine sciogli-tensione che si sprecano. Giuditta tira come un capomuta da slitta e rischia di lesionarmi la cuffia dei rotatori della spalla, Tesla è terrorizzata e non vorrebbe neppure scendere dalla strada.... andiamo bene...! Riusciamo ad avvicinarci al cancello d'ingresso e piano piano le due ragazze si tranquillizzano. I biscottini vengono distribuiti da tutti a piene mani, la Friskies ringrazia sentitamente...
Una volta entrati iniziano i rituali di conoscenza reciproca. Nina e Dea, le due padrone di casa girano per mettere in riga tutti e per far capire chi comanda in questo posto. A Judi e Tesla non occorre tanto: Judi se la fila con la coda fra le gambe solo se la guardano e Tesla si sdraia fingendosi già morta, prima che l'altra possa fare qualunque cosa. Dopo i convenevoli di rito gli istruttori ci radunano in cerchio e iniziano a spiegare come funzionerà il corso. Io, Judi e Alessandra ascoltiamo attenti, mentre Tesla passerà le successive due ore girata con la testa verso l'esterno con uno sguardo che dice: "Io non ho nessunissima intenzione di farmi minimamente coinvolgere in tutto questo!".
Della ventina di coppie presenti (cane-padrone, cosa avete capito??) mi rimangono impresse, nell'ordine:
- un gigante tedesco con al guinzaglio un enorme terranova di 70 kg (o viveversa: un terranova con al guinzaglio un tedesco, fate voi)!!!
- un imbarazzato ragazzo di 50 kg con un maestoso e alquanto agitato dobermann con le orecchie a punta stile Batman;
- un mansueto e mille volte più bello dobermann con le orecchie normali, e non a punta come un pipistrello, guidato da un tenero ragazzo che, quando gli abbiamo chiesto come si chiamasse il cane, ci ha risposto, per ben tre volte: "non l'ho scelto io il nome! non l'ho scelto io!" Si chiamava Diablo, e noi gli abbiamo consigliato vivamente di cambiargli il nome al più presto!
- una signora con un cagnolino così piccolo che potrebbe tranquillamente scomparire in un attimo tra le fauci del Terranova (o del tedesco) e nessuno se ne accorgerebbe;
- una serie notevole di pastori tedeschi, tutti abbastanza agitati e indisciplinati.
Il corso è organizzato dal nucleo cinofilo da soccorso "Curone", a Lomagna (LC) e Pierangelo, il responsabile, ci spiega quali sono gli atteggiamenti e il comportamento che dovremo tenere durante il corso. Alla fine invita tutti a non andar via subito col cane, ma a lasciar giocare gli animali in un momento di libera conoscenza, gioco e socializzazione, altrettanto importante del corso. Giuditta mostra di gradire tantissimo e si lancia a giocare contemporaneamente con il maggior numero di cani possibile, saltando di quà e di là come un'invasata. Ogni tanto passa da me a salutarmi raggiante. E' felice. Anche Tesla pare più tranquilla.
Decidiamo dopo una mezzoretta di lasciare il campo e rimango meravigliato dal vedere come Judi si faccia tranquillamente accarezzare da tutti i presenti senza dare segni di paura. Mentre raggiungiamo l'auto io e Ale proviamo a mettere in pratica i primi consigli di Pierangelo e Umberto e conduciamo "al piede" Tesla e Judi fino alla macchina, e le ragazze rispondono meravigliosamente. Siamo contenti come scolaretti al primo giorno di scuola!
Al rientro a casa decidiamo di darci appuntamento ai campi, dove già ci aspettano Margot, Pepe e Groucho (i tre labrador biondi) e il loro padrone, e alla compagnia si aggiunge anche Mila (il proiettile) e Penny (un pastore tedesco femmina, grande e maestosa). Judi gioca fino allo sfinimento con Mila-il-proiettile poi cede il turno agli altri cani che sembrano voler sfiancare la povera cagnolina. Ancora un giretto poi si rientra, Giuditta sembra veramente esausta, si trascina sul tappeto e inizia a ronfare fino alle 22.30, quando sono costretto a svegliarla per farle fare il giretto serale. Al rientro le faccio trovare in cuccia un regalo, data l'importanza della giornata: un profumatissimo ed enorme osso di prosciutto! Lo metto nella cuccia, nella speranza lei ci entri, e lei in effetti ci entra, dalla finestra vedo spuntare il suo culone dalla cuccia. Dopo due secondi era già fuori, con l'osso in bocca...

P.S. In molti mi hanno chiesto chi fosse Indio. Ebbene è mio fratello, è un artista e anche molto altro ancora. Indio è il suo nome di Capoeira, infatti è insegnante di Capoeira a Como. Quello raffigurato è uno dei suoi quadri, uno che amo particolarmente. Prossimamente pubblicherò alcuni suoi lavori.

venerdì 19 febbraio 2010

Una cuccia per Judi



Lavorare il legno mi piace da morire.
Non sono un grande tecnico, non ho gli attrezzi giusti, e secondo mio suocero (ovviamente) non sono buono a fare niente, tuttavia io mi diverto un mondo a costruire semplici oggetti in legno. Dopo lo stendipanni in faggio e le cassette per i fiori dell'estate scorsa, mi sono lanciato nella costruzione della cuccia per Judi. Ho chiesto lumi all'ing. Prosdo su come dovessi procedere (io e Judi infatti abbiamo effettuato un sopralluogo a casa sua, per vedere la cuccia di Tesla e come l'ha costruita), poi mi sono lanciato.
"Mi raccomando: fai i disegni!" mi dice il buon ing. ma io preferisco fare solo alcuni schizzi e poi parto, troppa la voglia di iniziare! Spedizione al Leroy Merlin con famiglia, breve visita al reparto tappeti (uffaaaaaaa..........Tutti brutti! bocciati!) poi finalmente a scegliere il legno. La scelta cade su perline in abete 2° scelta, in offerta a 6.90 al mt, 4 listelli in abete grezzo 40x40x2000, più qualche accessorio tipo viti, cerniere e altro. In tutto spendo circa 50 euro.
A casa porto tutto in box che è il mio laboratorio, e in qualche giorno di piacevole lavoro ecco finita la cuccia. Nelle foto potete vedere le varie fasi, tranne quella del montaggio sul balcone, dove Judi ci guardava come se stessimo montando un patibolo proprio dove dorme lei. Inutile dire che la cuccia è pronta da due notti ma Giuditta non ci ha passato dentro neppure un minuto, si ostina a dormire sul nudo pavimento dietro (o sopra) la sua amata Poang. Ho provato a metterci dentro i succulenti ossi che le offro, lei entra, lo prende ed esce! Proverò a metterci la ciotola dei croccantini e fare la strada come Pollicino.
Un attimo! Che scemo! Non è che forse Judi associa la cuccia alla famosa "gabbia per la belva" di Gaspare e Orazio e quindi non vuole saperne? Un dubbio mi assale...

mercoledì 17 febbraio 2010

A casa di Indio



Oggi io e Judi abbiamo fatto una trasferta a Casa di Indio.... (come, non sapete chi è?)

domenica 14 febbraio 2010

Il fantastico mondo di Judi

A Giuditta piace:

- correre a perdifiato nei campi;
- mangiare la neve a badilate;
- ficcare il muso nelle tane dei topolini;
- scavare come un caterpillar;
- socializzare con tutti i cani dell'emisfero nord;
- bere l'acqua di tutte le pozzanghere che incontra, anche solo un breve assaggio;
- annusare ogni filo d'erba che incontra;
- mangiare con gusto solo un certo tipo di erba;
- annusare la cacca degli altri cani;
- assaggiarne qualcuna!
- sentire il rumore dei croccantini versati nella sua ciotola;
- rubare la "dadolata di tonno orientale" dalla ciotola della Egle (la nostra gatta);
- bere l'acqua della ciotola della Egle (così lei non ci beve più finchè non la cambi...);
- rubare il posto preferito della Egle, davanti al camino acceso (così lei le lancia uno sguardo carico di odio);
- polverizzare le mollette da bucato;
- dormire sulla poltrona Poang dell'Ikea;
- distruggere a morsi i braccioli della poltrona Poang dell'Ikea;
- girare e appallottolare il tappeto dell'Ikea (forse non le piacciono le cose svedesi...);
- divorare un osso in pelle di bufalo in 2 minuti netti;
- giocare con i miei guanti di pile;
- saltarmi addosso all'improvviso per prendermi i guanti di pile;
- dimenticarsi che dentro i guanti di pile ci sono le mie mani;
- girare attorno al divano;
- aprire un pacchetto di fazzoletti di carta solo con i denti;
- ridurne a microscopici pezzetti il contenuto e spargerlo sul pavimento;
- osservare compiaciuta il lavoro svolto;
- spiarmi mentre mi vesto per portarla fuori;
- farsi coccolare;
- farsi coccolare sdraiata gambe all'aria nel campo delle stoppie in pieno inverno;
- sospirare come un'innamorata;


A Giuditta non piace:
- fare la doccia;
- incontrare un estraneo;
- incontrare un estraneo con il bastone;
- incontrare un estraneo zoppo e con il bastone (questo è il massimo del terrore!);
- il rumore dell'aspirapolvere;
- il rumore del phon;
- il rumore del camion della pattumiera;
- quando qualcuno starnutisce;
- mangiare quando qualcuno la osserva;
- tornare troppo presto dal giro nei campi;
- fare il "giro dei pensionati";

giovedì 11 febbraio 2010

Judi adolescente




La prima domenica di febbraio viene organizzata al mio paese la tradizionale corsa non competitiva per sentieri e campi della zona. Numerosi i partecipanti, e quindi particolarmente animati diventano i sentieri che abitualmente io e Giuditta frequentiamo. E Judi, è il caso di dirlo, si agita parecchio (sto usando un eufemismo) quando incrocia qualcuno. Quindi ho aspettato che il grosso della corsa passasse poi, spinto da un invitante sole, mi sono lanciato con Judi per il consueto giro domenicale, taglia extralarge. Dopo pochi metri ho preso Judi e le ho fatto un bel discorsetto: "ci sono in giro parecchie persone ma io ho fiducia (nel dirlo mi tremava la voce...) e ti libero, tu però fai la brava, non aver paura se incontriamo qualcuno e torna quando ti chiamo". Respiro profondo, dita incrociate, piccola invocazione al dio Pan e poi via. Libera!
Due secondi e ho capito subito che oggi non era giornata: invece di stare in zona l'adolescente inquieta ha iniziato a sgroppare di quà e di là felice e irresponsabile proprio come una quattordicenne. Si lanciava in corse da levriero, saltava come un'antilope, si rotolava nel fango come un'invasata. Mi costringo ad essere ottimista, caccio via i brutti pensieri e proseguo nella passeggiata, chiamandola ogni tanto, e lei segue, a distanza ma segue.
Ad un certo punto vede i tre labrador biondi a 200 mt, già incontrati altre volte, e si fionda da loro al galoppo. I miei fischi di richiamo cadono nel vuoto cosmico... Alla padrona del trio canino basta un semplice richiamo per mettere in riga i suoi (invidia pazzesca...), mentre Judi scodinzola intorno a loro muovendosi come una ballerina del Moulin Rouge, e fregandosene bellamente dei miei continui e crescenti richiami. Quando i tre labrador se ne vanno, intruppati e allineati come soldatini, Giuditta si gira e finalmente torna felice verso di me.
Il mio cuore di addestratore ferito si riempie di tardivo, ma piacevole, orgoglio: sta tornando verso di me! Torna verso di me!
Già......"VERSO" di me, non "DA" me!
Infatti arriva vicino a me, mi sfiora alla velocità della luce e si lancia lungo il sentiero. Rimango come uno scemo, col biscottino in mano, e inizia a montarmi una certa inquietudine. Non sono più tanto sicuro di riuscire a riprenderla oggi ma mi fingo indifferente, continuando a passeggiare. Arrivato alla fine del bosco delle meraviglie decido che è il momento di affrontare le mie paure e provo a chiamarla per legarla. Judi, ahimè, non ne vuole sapere. "Judi vieni qui!" Niente. "Judiii!" Niente! Un'adolescente che risponde sempre no! Uguale. Come se dicesse: "No, non ci vengo! Io voglio star qui a giocare!" Dopo due ore di tentativi infruttuosi, alle 12.15 decido di arrendermi e andarmene, nella speranza che Judi mi venga dietro fino a casa. Macchè... Mi guarda perplessa (mica te ne andrai veramente?) ma non si muove. Io oramai sono a casa, arrabbiato, depresso e deluso.
Entro in casa da solo e faccio in tempo a notare uno strano ghigno della Egle la quale, notando la mancanza del cane, si stira palesemente e con noncuranza riprende a dormire sul tappeto. Sulla testa aveva una nuvoletta con su scritto: "Ooh, meno male! Era ora che sparisse quella massa di pelo pulcioso!".
Alle 13.15 ci telefona Alessandra: "ma c'è Judi in mezzo al campo!". Proviamo a tornare al campo, anche se io sono demotivato e non vorrei neppure portare il guinzaglio. Appena arrivati la vediamo che gioca felice con Tesla e Anna mi dice di far finta che non sia successo nulla: "chiamala come se non la vedessi da un mese, e stai tranquillo". Siamo a più di 200 mt di distanza, io fischio UNA volta il suo richiamo, che ha imparato a riconoscere, e sta cretina d'una adolescente inquieta si lancia da me a farsi coccolare e accarezzare, sporca da far schifo, come se nulla fosse successo! Quasi volesse dire: "ciaooooo!! Finalmente sei arrivato!!!" Mi sciolgo come un gelato al sole, la mia arrabbiatura svanisce nel nulla, l'abbraccio, la bacio e la perdono all'istante.
Mi sto rimbecillendo del tutto...

domenica 7 febbraio 2010

Avvistamenti


nella foto: sua Maestà il Grignone dai capelli bianchi fa capolino dietro le colline di Montevecchia. Più in fondo, coperto di neve, il monte Legnone, forse... (foto scattata dal "campo delle stoppie")


Venerdì una fitta nevicata scesa nel pomeriggio ha coperto strade e campi della Brianza con almeno 10/15 cm di morbida neve. Alle 22.00, quando tutti dormivano e la pioggia mista a neve continuava a scendere, io e Judi ci siamo avventurati per il nostro territorio preferito, ed abbiamo avuto un incontro inaspettato. Al centro del campo, proprio dietro l'orto di Leonardo, c'era un animale grosso quanto un gattone, che si aggirava annusando quà e là. La visibilità era ottima, sul campo tutto bianco spiccava benissimo quest'animale distante circa 80 mt da noi.
Judi tirava come una matta e allora ci siamo lanciati all'inseguimento nel campo, proprio quando ho realizzato che si trattava indiscutibilmente di una volpe! La coda grossa e lunga tanto quanto il corpo, il musetto sottile e le orecchie dritte non lasciavano dubbi. E'una volpe! E a meno di 150 mt da casa mia!
Era intenta ad annusare e noi eravamo sottovento, così ci siamo avvicinati a circa 20 mt da lei, quando ci ha visto ed è scappata verso il boschetto delle meraviglie.
Io e Judi abbiamo osservato a lungo tutte le sue numerose tracce lasciate nella neve fresca e ci siamo divertiti a ripercorrere il suo itinerario. Giuditta infilava il muso praticamente in ogni sua impronta. Così ho scoperto che era un po' che girava nei dintorni, e che era andata anche al cascinotto di Bruno (quello della famosa "gabbia"...) e vicino agli orti, a ridosso della strada. Pochi metri prima della case! Si spiega anche il ritrovamento, nel mese di dicembre, di una pelle di lepre da riproduzione, interamente spolpata. I paesani e i cacciatori, informati del ritrovamento, avevano subito sentenziato che si trattava certamente del lavoro di una volpe.
Avevo già visto un paio di volte la volpe lo scorso anno, sempre con la neve, sulla strada che attraversando i campi porta a Bellusco, alcuni km più a est. Mai però così vicino al nostro paese.

Ieri mattina il secondo avvistamento di animali.
Ale mi aveva detto della presenza di un grosso rapace in zona, probabilmente una poiana, avvistata sia da lei che da Erica in una zona vicino al campo delle stoppie, uno dei luoghi di gioco preferito da Judi. Quindi ogni volta che passavo da quelle parti facevo molta attenzione, ma non ero mai riuscito a vederla.
Ieri mattina invece l'ho vista! Era intenta a cercare cibo in una zona dove il proprietario del terreno ha l'abitudine di gettare l'erba tagliata, letame o avanzi di vegetali. L'ho vista chiaramente volar via velocemente ma restando sempre molto bassa sul terreno, quasi non volesse esporsi alla vista. Pochi attimi ed era già svanita nel bosco di robinie. Era di color marrone, con un'apertura alare impressionante. Judi invece non ha visto nulla, era troppo intenta a cercar topolini sottoterra.

La giornata di oggi, domenica, merita invece un post a parte, che verrà pubblicato nei prossimi giorni. Judi ha fatto una scappatella di alcune ore....

giovedì 4 febbraio 2010

Lo Zen e l'arte della passeggiata col cane



La passeggiata col cane non è semplicemente soddisfare i bisogni fisiologici del nostro animale, è molto, davvero molto di più. Anzitutto bisogna chiarire che non sono io a portare fuori il cane, ma è Giuditta che porta fuori me. Mi porta fuori perchè ho bisogno di respirare l'aria fredda e pungente, perchè di sera il mio culo passa, senza soluzione di continuità, dalla sedia del tavolo al cuscino del divano. Perchè il mio cervello si è a- oppure iper-trofizzato tutto il giorno e ora mi sto anestetizzando con la tele. Perchè l'involucro nel quale abito ha bisogno di movimento per vivere, perchè i tramonti, le albe o anche il sole pomeridiano è bello vederli dal vero e non sempre e solo attraverso il parabrezza dell'auto o il vetro della finestra della scuola. E infine perchè Giuditta ritiene che il massimo della vita sia farsi coccolare sdraiata a pancia in su nell'erba in pieno inverno.
Quindi, dicevamo, il cane mi trascina finalmente fuori e guarda un po' cosa mi accade: il mio passo rallenta! Non corro più come un forsennato (a meno che non stia facendo una seduta di allenamento con "Judi Personal Trainer", ma questa è un'altra storia), non c'è autobus o treno da prendere o perdere. La camminata diventa una passeggiata. Il fine non è più arrivare da qualche parte, ma semplicemente passeggiare. Anzi, quando il mio passo diventa troppo affrettato ci pensa Judi a fermarmi: per lei il mondo è un'infinito groviglio di odori e tracce, una più interessante dell'altra. C'è sempre un filo d'erba con un odore così interessante da meritare una pausa!
Se poi ci faccio caso accade anche un'altra cosa ancora più importante, che passa il più delle volte inosservata: inizio a pensare! Pensare! Non sono ancora fuori dal cancelletto del cortile e già inizio a pensare! Penso alla giornata trascorsa, a tutte le cose che ho fatto e quelle che farò nei prossimi giorni, penso alle persone e i miei pensieri fluiscono liberi come una piccola cascata. Li organizzo e li ordino, oppure li lascio andare liberamente e mi lancio inseguendo una traccia di pensiero, esattamente come farebbe il cane con un odore. Il mio passo rallenta e i miei pensieri fluiscono liberi.
Non basta per essere considerato matto?
Allora andate alla casella successiva, se siete pronti, e poi ditemi se non sono pazzo.
Ad un certo punto, quando il passo e il respiro sono rallentati, quando i pensieri sono fluiti, smetto di pensare, e inizio finalmente a guardare.
Seguo il cane, guardo bene quello che fa, come annusa, cosa annusa. Non penso, guardo semplicemente quello che lei fa, come si muove, come si gratta, guardo come reagisce impercettibilmente al guinzaglio e ai miei movimenti. Gioco con lei. Tantissimo, e lo faccio concentrandomi sul gioco, senza pensare ad altro. Il gioco è la cosa più seria che ci sia. Faccio le nuvolette col fiato! Ascolto i rumori. Rilassato e concentrato. Sia sull'infinitamente piccolo che sull'infinitamente grande.
Cerco di immaginarmi come sarebbe il mondo se possedessi il formidabile odorato di un cane. Mi Guardo intorno, guardo le case, i prati, perfino i pali. Cerco di non esprimere alcun giudizio, osservo e basta. Cerco le tracce interessanti, ce ne sono a migliaia. Ovunque.
Il tempo si ferma.

P.S. Quando rientro a casa cerco sempre di ricordarmi di ringraziare silenziosamente il mio maestro con una carezza...