venerdì 30 aprile 2010

Questione di priorità

Mi sono capitati due episodi, a pochi giorni uno dall'altro, apparentemente privi di legame fra loro ma che, ad una analisi più approfondita, mostrano di avere entrambi una particolare visione sulle priorità della vita. Entrambi gli episodi riguardano discussioni che ho avuto con persone anziane.
Il primo episodio vede come protagonista mio suocero, il quale ha cacciato a malo modo la Ele dal giardino (giardino non suo, per la precisione, ma di mio cognato) perchè stava giocando con la palla, e questo poteva danneggiare le piantine del vicino orto. Il tutto, è bene dirlo, urlando e agitandosi come un ossesso, col risultato di far arrivare da me la Ele piangente e incapace di spiegarsi perchè lei non potesse giocare nel giardino. Domenica a pranzo ho sollevato la questione con lui, cercando con ironia di fargli capire che forse ha esagerato, e sono stato attaccato violentemente.
La questione era che io non capivo che le piante si rovinano.
Ma lo so benissimo che le piante si possono rovinare (anche se occorre precisare che si trattava di un leggero pallone di gomma, non un pallone da calcio in cuoio), fin lì ci arrivo anch'io. Quello che mi son permesso di dire è stato: "e allora? e anche se si rovina una piantina di aglio? cos'è più importante? Se un giorno avrò la fortuna di avere dei nipotini che giocano in giardino penso sarò felice di vederli, anche se dovrò sacrificare il decoro e le piantine del mio bel giardinetto, cavolo." Se poi aggiungiamo tutto quello che Ele ha passato questo autunno il solo vederla giocare mi riempiva il cuore di gioia, e delle piantine di pomodoro, perdonate, ma me ne importava di meno.
Apriti cielo.
Non l'avessi mai detto.
Si è riversato su di me con una violenza improvvisa che ha molte spiegazioni, e sulle quali è meglio sorvolare in questa sede, ma alla quale ho dovuto reagire. Il lupo che è in me, davanti a uno che ringhia in quel modo, ha mostrato i denti e ha aggredito. Anche perchè la tensione si stava orientando sulla Ele e io non volevo permetterlo.

Secondo episodio.
Ho l'abitudine di salutare cordialmente chiunque incontri nei campi, e questo certamente non è un uso al quale sono avvezzi i bravi brianzoli, così chiusi nel loro guscio da riuscire raramente ad aprire la gabbia dei denti in modo da mutare in un sorriso spontaneo il ringhio che li accompagna sempre . Proprio non ce la fanno, al massimo reagiscono con un mugugno indecifrabile, spesso ritardato di parecchi secondi.
Così quando ho incontrato nei boschi il "perfetto-brianzolo-vado-in-chiesa-tutte-le-domeniche-voto-leghista-roma-ladrona-immigrati-di-merda" che, pur abitando in paese da 20 anni non mi ha mai rivolto il benchè minimo sguardo, ho salutato con un sorriso e con un sonoro "buongiorno" anche se gli arrivavo di spalle e Judi tirava come una matta (forse non gli piaceva il suo odore...).
Questo bofonchia qualcosa che sembra un rantolo di un tisico e poi mi chiama indietro: "ah, senta! (come se si ricordasse solo ora) Io le devo dire una cosa: lo sa che lei non può lasciare libero il cane?". Con tono arrogante e aggressivo.
Si, lo so che fino al 15 agosto non potrei lasciare libero il cane, lo so che le piantine di aglio si rovinano se ci va sopra la palla, ma mi avete preso tutti per deficiente, per caso? Lo so, lo so perdio! Lo capisco anch'io. Anche una mente poco brianzola come la mia lo capisce, diamine!
E capisco anche la differenza che c'è quando incontro altri cacciatori del mio paese, gentilissimi e sorridenti, che mi chiedono sempre di Giuditta e vogliono sapere dei miglioramenti, e mi raccontano le esperienze con i loro cani. Gentili e mai arroganti hanno in cambio tutta la mia stima e il mio affetto
Qui invece ancora una volta mi ringhiano contro, e ancora una volta il lupo reagisce.
E ancora una volta capisco benissimo che anche qui è questione di priorità.

Cos'è più importante per te, caro suocero? Avere in perfetto e simmetrico ordine tutte le pianticelle dell'orto? Mi dispiace per te, caro suocero. Avrai un orto perfetto, con tutte le belle piantine allineate e rigogliose, ma ti perderai completamente l'impagabile bellezza del veder giocare tua nipote nel giardino.
Cos'è più importante per te, caro brianzolo doc? Che nessuno straniero (anche se abita a 100 mt da te) venga nel tuo feudo a toccare i tuoi assurdi privilegi di cacciatore? Mi spiace per te caro brianzolo d.o.c.g., avrai pure i tuoi privilegi che la legge ti concede (e spesso ormai le leggi tutelano solo i privilegi di pochi...), ma ti perderai l'occasione di costruire rapporti sereni e magari più gioiosi con chi ti abita vicino.
E forse con questo eviteresti anche di trasformarti un giorno nell'Olindo di turno.
Gran lavoratore, molto riservato, devoto alla moglie e massacratore di vicini di casa.

venerdì 9 aprile 2010

Il punto della situazione

Sono passati più di quattro mesi da quando Giuditta è comparsa nella nostra vita, e sento il bisogno di fare un po' il punto.
In casa Judi è veramente bravissima. E' un cane meraviglioso. Controlla molto bene i suoi bisogni e arriva anche ad attendere quasi 12 ore, talvolta, prima di liberarsi. Ha imparato anche a vincere la sua timidezza e comunicare quando ha assoluto bisogno di uscire: si piazza davanti alla porta d'ingresso e ti guarda con occhi languidi. Più si agita e più capiamo che il bisogno è forte, e noi abbiamo velocemente appreso a leggere queste e altre comunicazioni rendendo il nostro rapporto sempre più sereno. Se si riesce a comprendere cosa vuole il cane penso che le problematiche si riducano in modo significativo.
In genere le sue giornate sono così articolate: un'uscita lunga, di 1 ora o anche più, nei campi alla mattina, dove viene lasciata libera di correre felice, poi pappa, riposo in casa o sul balcone o in giardino del Mauro (alcune volte si spalma sul tappeto e non si muove, altre vuole uscire sul balcone, altre ancora mostra piacere nello stare giù in giardino. Noi cerchiamo di osservarla e di capire cosa vuole fare, compatibilmente con le nostre esigenze). Dopo pranzo, tra le 14.00 e le 16.00 circa, a seconda di quando posso, altro giro lungo, 1 ora o anche più, nei campi. Anche qui viene lasciata libera, senza guinzaglio. Poi si rientra, e mentre si prepara la cena lei dormicchia o dorme proprio, sul tappeto. La Egle invece rompe per avere la sua dadolata, e ti stressa l'anima finchè non ottiene quel che vuole, al contrario della buddista Judi che attende pazientemente la sua cena senza lamentarsi. Pare incredibile ma quando sono pronto e inizio a tirare fuori le sue cose dal frigo lei alza il suo testone e mi guarda: ha capito, non so come, che ora tocca a lei. Quando le porto la ciotola sul balcone lei mi segue scodinzolando e, contrariamente a prima, si avvicina alla ciotola mentre sono ancora a tiro. Se la cosa vi pare strana sappiate che Judi, i primi tempi, non si avvicinava al cibo finchè c'era qualcuno nei paraggi, e anche dopo lo faceva in modo assai guardingo, spesso prendendo un boccone e allontanandosi dalla ciotola, per poi tornarvi dopo. Noi abbiamo sempre cercato di lasciarle la massima tranquillità quando mangia e ancora adesso non voglio che nessuno la disturbi mentre ha il cibo nella ciotola e sta mangiando. Penso sia un momento molto delicato per un animale, lo è per noi figuriamoci per loro. Judi mangia sempre con enorme piacere la sua cena (basta crocchette, ora solo cibo preparato dalle mie manine) e spesso mi accorgo che non le basta, ha ancora fame. Lo capisco perchè si aggira per la casa annusando l'aria, leccando il piattino della Egle e guardandomi spesso con occhi languidi. Non si avvicina mai al nostro tavolo ad elemosinare cibo, ho capito che Judi non elemosina mai il cibo come fanno tanti cani, ha un carattere molto autonomo e una certa sua fierezza che le impedisce di "prostituirsi" per un po' di cibo. Quindi in quelle occasioni, se posso, le allungo spesso gli avanzi della cena, però sempre mettendoglieli nella sua ciotola.
Quando poi ha finito di cenare se ha voglia di entrare si piazza davanti alla porta del balcone e ci guarda con una faccia che dice: "fatemi entrare, vi prego!". Altrimenti si spalma nella sua morbida cuccia e si addormenta come un bimbo. Quando anche noi abbiamo cenato, la pancia è piena e siamo tutti rilassati e felici passiamo sul divanone e Judi diventa la star della serata! Sta quasi diventando un'abitudine: lasciamo il tavolo apparecchiato e tutta la cucina da sistemare e ci mettiamo a giocare con lei. Eleonora e Chiara riescono ad inventare giochi sempre nuovi e lei le segue con piacere. Spesso si eccita così tanto che poi si fa fatica a calmarla. Oppure c'è un clima più da coccole ed è allora che Judi dà il meglio di sè. Ha un enorme bisogno di coccole e sembrano non bastarle mai. La serata prosegue tranquilla fino all'uscita serale, il "giro del pensionato" cioè una tranquilla passeggiata attorno all'isolato, talvolta con una capatina veloce nei campi, ma sempre al guinzaglio. Quando rientriamo sono già tutti a letto, le imposte sono tutte chiuse e lei si mette davanti alla porta del balcone perchè sa già che lì c'è la sua cuccia. La saluto, le apro la porta e le auguro la buonanotte, come si farebbe con un bimbo. Per un cane (ma anche per noi, se ci pensate bene...), la regolarità e la ritualità dei gesti hanno un'enorme importanza.
Ma la vera Judi, quella libera e felice, quella senza paure e timori, la si può vedere solo nei campi.
Oramai la libero sempre, anche senza la "piuma di dumbo", Pier mi ha detto di fidarmi, che oramai posso lasciarla tranquillamente, e ogni giorno sento aumentare la fiducia reciproca. Non ci sono più le spiacevoli situazioni dei primi tempi, anche se devo ammettere che in quel caso ero io a sbagliare e non lei. Anzi più ci rifletto più mi rendo conto che lei mi ha dato fiducia fin dall'inizio, ero io ad essere in ansia, ad aver paura di non riuscire più a riprenderla e questa paura rendeva tutto più complicato. Soprattutto, come vedremo dopo, non la comprendevo, non capivo cosa voleva dirmi.
Le uscite in genere sono così: all'arrivo nei campi la tengo ancora legata finchè non abbiamo superato il primo campo di orzo, poi la libero, lei parte subito con una sgroppata felice di qualche metro e inizia ad annusare il mondo. Mentre cammino sul sentiero vedo che comunque lei mi viene dietro, non perde mai il contatto visivo con me. Spesso in questa fase mi precede e quando non mi vede arrivare mi aspetta. Se dobbiamo prendere un'altra strada, rispetto a quella dove è andata lei, basta chiamarla una volta e lei mi segue, mi supera e riprende a guidare il cammino. Se la osservate bene potete notare che ad intervalli regolari getta un'occhiata veloce verso di me, per accertarsi della mia presenza e della direzione verso la quale cammino, e poi riprende la sua attività molto intensa: caccia a tutto quello che si muove (uccelli, lucertole, farfalle, api), estrazione di materiale vario dalle profondità della terra, analisi olfattivo-organolettica di tutto ciò che la circonda, screening a 360° per visualizzare altri cani nei paraggi.
Ecco, gli altri cani.
Judi ha un amore spassionato per tutti i cani. Appena ne avvista uno deve assolutamente raggiungerlo e invitarlo a giocare. Si avvicina inviando sempre evidenti segnali di pacificazione (avvicinarsi con un giro lungo sul fianco e mai direttamente, testa e coda bassa, movimenti lenti e sguardo mai fisso sul cane) e poi invita chiaramente al gioco, col classico inchino sulle zampe anteriori e coda che si agita. Pochissimi resistono all'invito e quindi si trova ad essere la beniamina di tutti i padroni di cani. L'ho vista giocare anche con Denzel, un terrificante rottweiler che fa paura solo a guardarlo. Solo raramente ha ricevuto qualche rifiuto, e in quel caso è abilissima a sganciarsi velocemente a coda bassa, come se niente fosse. La sua strategia di sopravvivenza, sia con i cani che con gli umani, infatti è principalmente la fuga oppure, ma solo in seconda battuta e soltanto se la fuga le è totalmente preclusa, la remissività. Che a quel punto diventa totale. Una resa senza condizioni.
Giunti però in prossimità della fine del giro, quando capisce che si deve rientrare a casa, Judi si ferma, lascia che la distanza tra me e lei aumenti anche considerevolmente e inizia una silenziosa comunicazione col sottoscritto, fatta di sguardi e di movimenti della testa che, io penso, significano questo: "ti prego, stiamo ancora un po' qui!!".
Io provo a chiamarla, ad invitarla al gioco, a nascondermi, ma raramente questi stratagemmi raggiungono lo scopo di farla avvicinare. Allora devo inscenare la solita commedia: prendo di nuovo il sentiero in direzione dei campi e la invito felice a seguirmi, come se si iniziasse tutto da capo. Allora la vedi correre felice e scodinzolante verso di me tutta contenta: "che bello! facciamo ancora un giro!!". Io allora la accarezzo, le offro un biscottino e poi, con tutta la serenità possibile le dico: "adesso il guinzaglio Judi, andiamo a casa. Guinzaglio!" Lei si siede e si lascia fare, come sempre. A me spiace fregarla così ma non ho molte alternative, quindi io ci provo sempre con le altre strade, nella speranza che capisca quando è l'ora di rientrare e lo accetti serenamente, ma non sempre funziona.
Di sicuro so che fa così non perchè vuole scappare da me, ma perchè vuole semplicemente prolungare il più possibile il tempo che passiamo nei campi. Infatti, alcune volte, mentre si sta rientrando, si sdraia improvvisamente sull'erba socchiudendo gli occhi, come se dicesse: "ma lo vedi quanto è bello stare qui?" Allora io lo faccio davvero: mi siedo vicino a lei, qualche volta addirittura mi sdraio anch'io, le racconto sottovoce di quanto è davvero bello il paesaggio, di quanto ha ragione ad amare tutto ciò, anche se si tratta della semplice campagna brianzola, e le accarezzo il pelo morbido e lucido.
Lei chiude gli occhi e io mi sento un po' scemo a star lì sdraiato a parlare con un cane come se fosse la mia morosa, ma poi mi dico che in fondo in fondo ha ragione lei.

giovedì 1 aprile 2010

Corso di obbedienza 6° lezione

Nella foto: Judi e Yvy impegnate in un balletto acrobatico (coreografie di Madre Natura)
Venerdì gli intrepidi eroi erano puntuali al campo di addestramento, anche se il tempo minacciava realmente di scaricare fiumi d'acqua, e i cani erano particolarmente felici. Avevo deciso di portare Judi nonostante il tempo, perché aveva proprio bisogno di muoversi un po' . I lavori recenti alla strada di fronte a casa e le ruspe all'opera l'avevano letteralmente terrorizzata e oggi volevo concederle almeno un'oretta di svago. L'avrei portata anche sotto il diluvio.
E infatti il diluvio è arrivato! Proprio quando siamo arrivati noi.
In pochi minuti il campo era una palude e quindi Pier ci rimanda all'indomani, tempo permettendo. Dopo una mezzora il cielo si apre e i cani possono giocare felici nel fango. Porto a casa Judi che è più simile ad un cocker che ad un maremmano, e mi tocca lavarla a lungo. Dopo un'ora di lavoro la bionda è vaporosa e profumata come una star e si spalma felice sul nuovo tappeto dell'Ikea che abbiamo preso proprio per lei.
La mattina dopo un invitante sole ci attende al campo e, vuoi perché è sabato, vuoi perché c'é bel tempo, ma il clima generale è proprio piacevole: i cani sembrano felicissimi e a noi pare di essere in vacanza. Persino Pierangelo pare più buono!
Agli esercizi classici ci fa aggiungere il comando "resta", che funziona più o meno così: una volta seduto il cane, le si ordina RESTA! e ci si allontana di un passo (UN PASSO, non di più) tenendo il guinzaglio in mano. Il cane deve abituarsi al nostro allontanamento, che sarà graduale, e rimanere fermo in posizione di seduto, tranquillo. Se si sdraia a terra meglio ancora, è segno che è sereno e noi gli anticiperemo il comando "TERRA". Cioè se vediamo che sta per sdraiarsi gli diciamo: "terra!" e lo abituiamo ad associare la posizione col comando. Judi in questo esercizio si comporta in maniera esemplare, non mostra minimamente di soffrire il distacco, se non raramente, e rimane tranquilla seduta. Il suo essere indipendente e autonoma la aiuta. Altri cani, molto più attaccati al padrone, mostrano di soffrire parecchio anche il minimo distacco e Pierangelo ha il suo bel daffare...
Negli altri comandi i miglioramenti sono evidenti, la camminata al piede è sciolta e tranquilla, il "gira" lo esegue quasi senza nessuna azione sul guinzaglio, nel senso che gira da sola senza che io la guidi, nel "seduto" è sempre più frequente vedere Judi che si siede dopo 2/3 comandi, talvolta anche solo al primo, e anche "Alt" ora la vede reattiva ed ubbidiente. Spesso mi guarda mentre eseguiamo gli esercizi e sembra quasi divertirsi anche lei, quasi come uno studente, felice di mostrarsi bravo agli occhi del maestro.
Continuiamo nei nostri esercizi e Pier aggiunge anche il "destra" e "sinistra", che consiste nell'abituare il nostro quadrupede a girare nella direzione annunciata e ribadita con una tirata di guinzaglio. E' piacevole vedere che i cani si muovono ormai come dei perfetti partner.
Dopo più di un'ora di esercizi notiamo tutti che i cani sono stremati, paiono aver fatto la scalata dell'everest, e dopo una breve pausa di gioco rientriamo tutti a casa. Appuntamento a dopo Pasqua, e già so che mi mancherà la lezione di venerdì...


La padrona di casa: Dea, il pastore tedesco di Pier, che non perde mai occasione per ribadire a tutti i presenti la sua superiorità (che nessuno dei cani mette mai in discussione...)



Lillo, il simpaticissimo bassethound.



Tesla, questa la conoscete di già.