venerdì 9 aprile 2010

Il punto della situazione

Sono passati più di quattro mesi da quando Giuditta è comparsa nella nostra vita, e sento il bisogno di fare un po' il punto.
In casa Judi è veramente bravissima. E' un cane meraviglioso. Controlla molto bene i suoi bisogni e arriva anche ad attendere quasi 12 ore, talvolta, prima di liberarsi. Ha imparato anche a vincere la sua timidezza e comunicare quando ha assoluto bisogno di uscire: si piazza davanti alla porta d'ingresso e ti guarda con occhi languidi. Più si agita e più capiamo che il bisogno è forte, e noi abbiamo velocemente appreso a leggere queste e altre comunicazioni rendendo il nostro rapporto sempre più sereno. Se si riesce a comprendere cosa vuole il cane penso che le problematiche si riducano in modo significativo.
In genere le sue giornate sono così articolate: un'uscita lunga, di 1 ora o anche più, nei campi alla mattina, dove viene lasciata libera di correre felice, poi pappa, riposo in casa o sul balcone o in giardino del Mauro (alcune volte si spalma sul tappeto e non si muove, altre vuole uscire sul balcone, altre ancora mostra piacere nello stare giù in giardino. Noi cerchiamo di osservarla e di capire cosa vuole fare, compatibilmente con le nostre esigenze). Dopo pranzo, tra le 14.00 e le 16.00 circa, a seconda di quando posso, altro giro lungo, 1 ora o anche più, nei campi. Anche qui viene lasciata libera, senza guinzaglio. Poi si rientra, e mentre si prepara la cena lei dormicchia o dorme proprio, sul tappeto. La Egle invece rompe per avere la sua dadolata, e ti stressa l'anima finchè non ottiene quel che vuole, al contrario della buddista Judi che attende pazientemente la sua cena senza lamentarsi. Pare incredibile ma quando sono pronto e inizio a tirare fuori le sue cose dal frigo lei alza il suo testone e mi guarda: ha capito, non so come, che ora tocca a lei. Quando le porto la ciotola sul balcone lei mi segue scodinzolando e, contrariamente a prima, si avvicina alla ciotola mentre sono ancora a tiro. Se la cosa vi pare strana sappiate che Judi, i primi tempi, non si avvicinava al cibo finchè c'era qualcuno nei paraggi, e anche dopo lo faceva in modo assai guardingo, spesso prendendo un boccone e allontanandosi dalla ciotola, per poi tornarvi dopo. Noi abbiamo sempre cercato di lasciarle la massima tranquillità quando mangia e ancora adesso non voglio che nessuno la disturbi mentre ha il cibo nella ciotola e sta mangiando. Penso sia un momento molto delicato per un animale, lo è per noi figuriamoci per loro. Judi mangia sempre con enorme piacere la sua cena (basta crocchette, ora solo cibo preparato dalle mie manine) e spesso mi accorgo che non le basta, ha ancora fame. Lo capisco perchè si aggira per la casa annusando l'aria, leccando il piattino della Egle e guardandomi spesso con occhi languidi. Non si avvicina mai al nostro tavolo ad elemosinare cibo, ho capito che Judi non elemosina mai il cibo come fanno tanti cani, ha un carattere molto autonomo e una certa sua fierezza che le impedisce di "prostituirsi" per un po' di cibo. Quindi in quelle occasioni, se posso, le allungo spesso gli avanzi della cena, però sempre mettendoglieli nella sua ciotola.
Quando poi ha finito di cenare se ha voglia di entrare si piazza davanti alla porta del balcone e ci guarda con una faccia che dice: "fatemi entrare, vi prego!". Altrimenti si spalma nella sua morbida cuccia e si addormenta come un bimbo. Quando anche noi abbiamo cenato, la pancia è piena e siamo tutti rilassati e felici passiamo sul divanone e Judi diventa la star della serata! Sta quasi diventando un'abitudine: lasciamo il tavolo apparecchiato e tutta la cucina da sistemare e ci mettiamo a giocare con lei. Eleonora e Chiara riescono ad inventare giochi sempre nuovi e lei le segue con piacere. Spesso si eccita così tanto che poi si fa fatica a calmarla. Oppure c'è un clima più da coccole ed è allora che Judi dà il meglio di sè. Ha un enorme bisogno di coccole e sembrano non bastarle mai. La serata prosegue tranquilla fino all'uscita serale, il "giro del pensionato" cioè una tranquilla passeggiata attorno all'isolato, talvolta con una capatina veloce nei campi, ma sempre al guinzaglio. Quando rientriamo sono già tutti a letto, le imposte sono tutte chiuse e lei si mette davanti alla porta del balcone perchè sa già che lì c'è la sua cuccia. La saluto, le apro la porta e le auguro la buonanotte, come si farebbe con un bimbo. Per un cane (ma anche per noi, se ci pensate bene...), la regolarità e la ritualità dei gesti hanno un'enorme importanza.
Ma la vera Judi, quella libera e felice, quella senza paure e timori, la si può vedere solo nei campi.
Oramai la libero sempre, anche senza la "piuma di dumbo", Pier mi ha detto di fidarmi, che oramai posso lasciarla tranquillamente, e ogni giorno sento aumentare la fiducia reciproca. Non ci sono più le spiacevoli situazioni dei primi tempi, anche se devo ammettere che in quel caso ero io a sbagliare e non lei. Anzi più ci rifletto più mi rendo conto che lei mi ha dato fiducia fin dall'inizio, ero io ad essere in ansia, ad aver paura di non riuscire più a riprenderla e questa paura rendeva tutto più complicato. Soprattutto, come vedremo dopo, non la comprendevo, non capivo cosa voleva dirmi.
Le uscite in genere sono così: all'arrivo nei campi la tengo ancora legata finchè non abbiamo superato il primo campo di orzo, poi la libero, lei parte subito con una sgroppata felice di qualche metro e inizia ad annusare il mondo. Mentre cammino sul sentiero vedo che comunque lei mi viene dietro, non perde mai il contatto visivo con me. Spesso in questa fase mi precede e quando non mi vede arrivare mi aspetta. Se dobbiamo prendere un'altra strada, rispetto a quella dove è andata lei, basta chiamarla una volta e lei mi segue, mi supera e riprende a guidare il cammino. Se la osservate bene potete notare che ad intervalli regolari getta un'occhiata veloce verso di me, per accertarsi della mia presenza e della direzione verso la quale cammino, e poi riprende la sua attività molto intensa: caccia a tutto quello che si muove (uccelli, lucertole, farfalle, api), estrazione di materiale vario dalle profondità della terra, analisi olfattivo-organolettica di tutto ciò che la circonda, screening a 360° per visualizzare altri cani nei paraggi.
Ecco, gli altri cani.
Judi ha un amore spassionato per tutti i cani. Appena ne avvista uno deve assolutamente raggiungerlo e invitarlo a giocare. Si avvicina inviando sempre evidenti segnali di pacificazione (avvicinarsi con un giro lungo sul fianco e mai direttamente, testa e coda bassa, movimenti lenti e sguardo mai fisso sul cane) e poi invita chiaramente al gioco, col classico inchino sulle zampe anteriori e coda che si agita. Pochissimi resistono all'invito e quindi si trova ad essere la beniamina di tutti i padroni di cani. L'ho vista giocare anche con Denzel, un terrificante rottweiler che fa paura solo a guardarlo. Solo raramente ha ricevuto qualche rifiuto, e in quel caso è abilissima a sganciarsi velocemente a coda bassa, come se niente fosse. La sua strategia di sopravvivenza, sia con i cani che con gli umani, infatti è principalmente la fuga oppure, ma solo in seconda battuta e soltanto se la fuga le è totalmente preclusa, la remissività. Che a quel punto diventa totale. Una resa senza condizioni.
Giunti però in prossimità della fine del giro, quando capisce che si deve rientrare a casa, Judi si ferma, lascia che la distanza tra me e lei aumenti anche considerevolmente e inizia una silenziosa comunicazione col sottoscritto, fatta di sguardi e di movimenti della testa che, io penso, significano questo: "ti prego, stiamo ancora un po' qui!!".
Io provo a chiamarla, ad invitarla al gioco, a nascondermi, ma raramente questi stratagemmi raggiungono lo scopo di farla avvicinare. Allora devo inscenare la solita commedia: prendo di nuovo il sentiero in direzione dei campi e la invito felice a seguirmi, come se si iniziasse tutto da capo. Allora la vedi correre felice e scodinzolante verso di me tutta contenta: "che bello! facciamo ancora un giro!!". Io allora la accarezzo, le offro un biscottino e poi, con tutta la serenità possibile le dico: "adesso il guinzaglio Judi, andiamo a casa. Guinzaglio!" Lei si siede e si lascia fare, come sempre. A me spiace fregarla così ma non ho molte alternative, quindi io ci provo sempre con le altre strade, nella speranza che capisca quando è l'ora di rientrare e lo accetti serenamente, ma non sempre funziona.
Di sicuro so che fa così non perchè vuole scappare da me, ma perchè vuole semplicemente prolungare il più possibile il tempo che passiamo nei campi. Infatti, alcune volte, mentre si sta rientrando, si sdraia improvvisamente sull'erba socchiudendo gli occhi, come se dicesse: "ma lo vedi quanto è bello stare qui?" Allora io lo faccio davvero: mi siedo vicino a lei, qualche volta addirittura mi sdraio anch'io, le racconto sottovoce di quanto è davvero bello il paesaggio, di quanto ha ragione ad amare tutto ciò, anche se si tratta della semplice campagna brianzola, e le accarezzo il pelo morbido e lucido.
Lei chiude gli occhi e io mi sento un po' scemo a star lì sdraiato a parlare con un cane come se fosse la mia morosa, ma poi mi dico che in fondo in fondo ha ragione lei.

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