sabato 20 febbraio 2010
Corso di obbedienza, 1° lezione
Finalmente!
Appuntamento sabato 20 febbraio alle 13.15 da Ale, le due ragazze sono agitate quanto noi ma salgono felici in auto. Arrivati a lomagna vediamo la solita cagnara indicibile: cani di tutte le razze, padroni imbarazzati o emozionati, risatine sciogli-tensione che si sprecano. Giuditta tira come un capomuta da slitta e rischia di lesionarmi la cuffia dei rotatori della spalla, Tesla è terrorizzata e non vorrebbe neppure scendere dalla strada.... andiamo bene...! Riusciamo ad avvicinarci al cancello d'ingresso e piano piano le due ragazze si tranquillizzano. I biscottini vengono distribuiti da tutti a piene mani, la Friskies ringrazia sentitamente...
Una volta entrati iniziano i rituali di conoscenza reciproca. Nina e Dea, le due padrone di casa girano per mettere in riga tutti e per far capire chi comanda in questo posto. A Judi e Tesla non occorre tanto: Judi se la fila con la coda fra le gambe solo se la guardano e Tesla si sdraia fingendosi già morta, prima che l'altra possa fare qualunque cosa. Dopo i convenevoli di rito gli istruttori ci radunano in cerchio e iniziano a spiegare come funzionerà il corso. Io, Judi e Alessandra ascoltiamo attenti, mentre Tesla passerà le successive due ore girata con la testa verso l'esterno con uno sguardo che dice: "Io non ho nessunissima intenzione di farmi minimamente coinvolgere in tutto questo!".
Della ventina di coppie presenti (cane-padrone, cosa avete capito??) mi rimangono impresse, nell'ordine:
- un gigante tedesco con al guinzaglio un enorme terranova di 70 kg (o viveversa: un terranova con al guinzaglio un tedesco, fate voi)!!!
- un imbarazzato ragazzo di 50 kg con un maestoso e alquanto agitato dobermann con le orecchie a punta stile Batman;
- un mansueto e mille volte più bello dobermann con le orecchie normali, e non a punta come un pipistrello, guidato da un tenero ragazzo che, quando gli abbiamo chiesto come si chiamasse il cane, ci ha risposto, per ben tre volte: "non l'ho scelto io il nome! non l'ho scelto io!" Si chiamava Diablo, e noi gli abbiamo consigliato vivamente di cambiargli il nome al più presto!
- una signora con un cagnolino così piccolo che potrebbe tranquillamente scomparire in un attimo tra le fauci del Terranova (o del tedesco) e nessuno se ne accorgerebbe;
- una serie notevole di pastori tedeschi, tutti abbastanza agitati e indisciplinati.
Il corso è organizzato dal nucleo cinofilo da soccorso "Curone", a Lomagna (LC) e Pierangelo, il responsabile, ci spiega quali sono gli atteggiamenti e il comportamento che dovremo tenere durante il corso. Alla fine invita tutti a non andar via subito col cane, ma a lasciar giocare gli animali in un momento di libera conoscenza, gioco e socializzazione, altrettanto importante del corso. Giuditta mostra di gradire tantissimo e si lancia a giocare contemporaneamente con il maggior numero di cani possibile, saltando di quà e di là come un'invasata. Ogni tanto passa da me a salutarmi raggiante. E' felice. Anche Tesla pare più tranquilla.
Decidiamo dopo una mezzoretta di lasciare il campo e rimango meravigliato dal vedere come Judi si faccia tranquillamente accarezzare da tutti i presenti senza dare segni di paura. Mentre raggiungiamo l'auto io e Ale proviamo a mettere in pratica i primi consigli di Pierangelo e Umberto e conduciamo "al piede" Tesla e Judi fino alla macchina, e le ragazze rispondono meravigliosamente. Siamo contenti come scolaretti al primo giorno di scuola!
Al rientro a casa decidiamo di darci appuntamento ai campi, dove già ci aspettano Margot, Pepe e Groucho (i tre labrador biondi) e il loro padrone, e alla compagnia si aggiunge anche Mila (il proiettile) e Penny (un pastore tedesco femmina, grande e maestosa). Judi gioca fino allo sfinimento con Mila-il-proiettile poi cede il turno agli altri cani che sembrano voler sfiancare la povera cagnolina. Ancora un giretto poi si rientra, Giuditta sembra veramente esausta, si trascina sul tappeto e inizia a ronfare fino alle 22.30, quando sono costretto a svegliarla per farle fare il giretto serale. Al rientro le faccio trovare in cuccia un regalo, data l'importanza della giornata: un profumatissimo ed enorme osso di prosciutto! Lo metto nella cuccia, nella speranza lei ci entri, e lei in effetti ci entra, dalla finestra vedo spuntare il suo culone dalla cuccia. Dopo due secondi era già fuori, con l'osso in bocca...
P.S. In molti mi hanno chiesto chi fosse Indio. Ebbene è mio fratello, è un artista e anche molto altro ancora. Indio è il suo nome di Capoeira, infatti è insegnante di Capoeira a Como. Quello raffigurato è uno dei suoi quadri, uno che amo particolarmente. Prossimamente pubblicherò alcuni suoi lavori.
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